L’indennizzo per commercianti che chiudono la loro attività è una misura strutturale che l’INPS eroga in favore delle partite IVA colpite dalla crisi.
La pensione che l’INPS eroga in favore di commercianti, che chiudono la loro attività, ammonta a € 524. Lo scopo della misura è quella di offrire una soluzione ad un problema piuttosto diffuso, che riguarda la chiusura delle attività commerciali a causa delle difficoltà legate alla crisi economica.
Il numero di saracinesche che ogni anno chiudono, in Italia, continua ad aumentare. La crisi economica e la tassazione troppo alta, adottata nel Bel Paese, rappresentano due dei più importanti fattori che favoriscono la chiusura delle attività commerciali.
Come se non bastasse la situazione è stata esasperata dall’aumento dei costi dell’energia e delle materie prime.
Per fortuna esiste una misura strutturale che prevede l’erogazione, da parte dell’Istituto previdenziale, di un indennizzo per commercianti. Ci stiamo riferendo ad un assegno pensionistico erogato in favore digli attività commerciali chiuse a causa della crisi economica.
Scopriamo quali sono i requisiti per accedervi.
Le attività commerciali medio-piccole sono esasperate dalla crisi economica che sta attraversando l’Europa e l’Italia. A peggiorare la situazione ci hanno pensato l’aumento dei costi della fornitura di energia elettrica e gas e l’incremento dei prezzi delle materie prime. Senza dimenticare il tasso di inflazione che riduce il potere di acquisto dei redditi.
Ma l’INPS dispone di una misura strutturale che prevede l’erogazione di un indennizzo in favore dei commercianti che chiudono a causa della crisi economica.
Per l’anno 2022, la somma di denaro erogata in favore delle suddette categorie di lavoratori ammonta a 524,35 euro.
La pensione è riconosciuta in favore dei titolari di attività commerciali che sono state definitivamente chiuse, per i quali non sono ancora maturati i requisiti per accedere alla pensione di vecchiaia.
Per poter accedere all’indennizzo per commercianti è necessario che le attività sia stata definitivamente chiusa e che, dunque, sia venuta anche la restituzione della licenza che non deve essere venduta, ceduta o trasferita ad altre persone.
L’indennizzo non è una vera e propria pensione, bensì un bonus concesso ai commercianti che chiudendo definitivamente la loro attività. La misura in questione è strutturale e attualmente non prevede alcuna scadenza. È stata introdotta dal decreto legislativo numero 207 del 28 marzo 1996 e trasformata in misura strutturale, con la legge numero 145 del 2018.
Per accedere alla misura prevista per i commercianti, che chiudono in maniera definitiva la loro attività, occorre essere in possesso di determinati requisiti. È doveroso specificare che la misura riguarda sia il titolare dell’attività che eventuali coadiuvanti.
La normativa non prevede alcuna differenza per la chiusura di un negozio classico o di un pubblico esercizio oppure di un’attività su solo pubblico. In effetti, l’indennizzo spetta anche in favore dei titolari di attività senza sede fissa, come gli ambulanti.
Per accedere all’indirizzo occorre avere minimo 62 anni di età (per gli uomini) e 57 anni di età (per le donne).
Per ottenere l’applicazione del beneficio occorre che l’attività commerciale sia stata aperta per almeno 5 anni, con relativa iscrizione alla gestione commercianti INPS. Poi, è fondamentale che l’attività sia definitivamente cessata e, dunque, non ceduta a soggetti terzi. Inoltre, occorre che avvenga la restituzione della licenza al proprio Comune sede di attività.
È necessario cancellarsi da tutti i registri in cui si è iscritti, come ad esempio la Camera di Commercio. In ogni caso, il bonus è erogato per 13 mensilità a partire dalla cancellazione dell’attività e fino al 67esimo anno di età. L’indennizzo commercianti è valido anche per la maturazione della contribuzione figurativa.
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