Indennizzo commercianti anche per il 2022 con un assegno di 516 euro a partire da 57 anni e fino all’età per la pensione di vecchiaia, ma non per tutti.
L’Indennizzo commercianti (Indcom) è una prestazione economica riconosciuta a coloro che chiudono definitivamente l’attività commerciale consegnando definitivamente la licenza. Chiamato anche “rottamazione licenza“, introdotto nel sistema previdenziale in modo strutturale dal 2019. Per fare domanda sono previsti requisiti specifici e inoltre, la norma dopo vari cambiamenti e introdotto la retroattività anche per l’anno 2017, non ha colmato alcune criticità. Infatti, ancora oggi, una piccola platea di commercianti che hanno chiuso l’attività negli anni 2014/2015/2016 sono esclusi dall’indennizzo. Ma andiamo per ordine e vediamo di cosa si tratta.
INPS: assegno di 516 euro al mese dai 57 anni fino alla pensione di vecchiaia, domanda nel 2022?
Indennizzo commercianti con assegno di 516 euro a partire da 57 anni
L’Indennizzo commercianti nasce con il decreto legislativo n. 207/1996 e circa ogni anno è soggetto a proroga. Però, per alcuni anni subisce un blocco per poi essere ripreso in modalità definitiva nel 2019 con retroattività dal 2017. Però, restano fuori gli anni 2014/2015/2016. Si tratta di una piccola platea di beneficiari, che pur possedendo in parte i requisiti richiesti dalla misura, in quanto, per una struttura burocratica, tali requisiti non sono allineati tra cessazione di attività e cancellazione nel Registro Imprese. Quindi, non possono ottenere la prestazioni economica. Sono stati emessi vari ODG per sensibilizzare tale situazione. Si sperava in un’integrazione nella Legge di Bilancio, ma purtroppo, non c’è stata nessuna modifica alla misura esistente.
Pensioni 2022 con assegno di 516 euro fino a 67 anni: c’è un prezzo da pagare
Una Lettrice ha inviato una richiesta di chiarimenti rispetto alla sua situazione, il messaggio riporta “In merito alla sua segnalazione si conferma che è all’esame di codesto Istituto una proposta normativa tesa ad estendere l’indennizzo anche ai soggetti che hanno cessato l’attività nel 2014-2016. L’INPS ha fornito tutti i pareri richiesti per la valutazione della stessa“.
In effetti, nell’ultima interrogazioni si evidenziava che non era possibile valutare una proposta di intervento normativo senza ulteriori indagini da effettuare tramite l’Istituto previdenziali. Tale situazione è confermata dal messaggio ricevuto dalla nostra Lettrice. Però, nulla è cambiato e niente di concreto è stato fatto per arginare tale situazione. La piccola platea di beneficiari esclusa, attualmente dal beneficio, si è riunita in un gruppo Facebook attivo che lotta per i propri diritti e spera che nel prossimo maxi decreto si arrivi ad una soluzione concreta che modifichi tale iniquità.
I requisiti
Precisiamo che i commercianti ricevono l’indennizzo in base all’aliquota contributiva obbligatoria pagata, che serve in parte a rifinanziare il Fondo per sostenere l’indennizzo. Dal primo gennaio 2022 l’aliquota obbligatoria contributiva ha subito un aumento, infatti, dallo 0,09% è passata allo 0,48%. In questo modo l’aliquota complessiva a carico dei commercianti è passata dal 24,09% al 24,48%. Con questo aumento di potrà erogare l’indennizzo commercianti a sostegno del reddito, chiamata anche “pensione commercianti”.
Possono fare domanda dell’Indennizzo commercianti pari ad un assegno di 516 euro (per l’anno 2021) fino all’età di pensionamento prevista per la pensione di vecchiaia (67 anni nel 2021).
Possono fare domanda:
a) coadiutori o titolari di attività commerciale al minuto o su aree pubbliche, anche si abbinata ad attività di somministrazione alimenti e bevande al pubblico. Inoltre, per le aree pubbliche sono inclusi anche coloro che esercitano in modalità itinerante;
b) agenti di commercio e rappresentati;
c) coadiutori e titolari di attività di somministrazioni di bevande e alimenti.
I requisiti per poter presentare domanda, attualmente anche in forma retroattiva a partire dall’anno 2017 sono:
a) 57 anni di età per le donne e 62 anni per gli uomini;
b) almeno cinque anni di contributi maturati alla data della cessazione dell’attività commerciale, versati nella Gestione INPS commercianti;
c) aver cessato definitivamente l’attività commerciale e consegnato la licenza al Comune di appartenenza, con conseguente cancellazione del REA o nel Registro delle imprese presso la Camera di Commercio.
L’importo corrisposto è soggetto alla tassazione IRPEF e non sono previsti trattamenti di famiglia e applicazioni di ritenute sindacali. Inoltre, il periodo in cui è corrisposto l’assegno mensile fino al pensionamento, non è coperto da contributi figurativi utili alla misura della pensione.