Indennità di maternità estesa per le lavoratrici autonome. Lo prevede un passaggio di un decreto legislativo.
In tema di indennità di maternità, è in arrivo un provvedimento che recepisce le indicazioni UE e favorisce l’equiparazione delle lavoratrici dipendenti ed autonome.
Buone notizie per le lavoratrici autonome sul fronte dell’indennità di maternità. Infatti alcuni aspetti del d. lgs di recepimento della direttiva UE 2019/1158 in corso di esame in Parlamento prevedono il riconoscimento del trattamento di maternità (a carico dell’INPS o dell’ente di diritto privato) nei due mesi anteriori alla data del parto. E ciò nelle specifiche ipotesi di gravidanza a rischio.
Ricordiamo brevemente che per gravidanza a rischio si deve intendere quella gravidanza che presenta complicazioni o fattori associati che possono ripercuotersi sulla salute della madre e del feto. Al momento si quantifica che circa il 10% delle gravidanze siano considerate ad alto rischio, perciò un provvedimento come quello citato è certamente opportuno.
Le ultime novità implicano l’inclusione di un nuovo comma, il 2-ter, all’interno dell’art. 68 del testo unico (Dlgs n. 151/2001) di tutela della maternità e paternità, sulla scorta del quale si allarga alle lavoratrici autonome il diritto all’indennità di maternità per gli eventuali periodi di astensione anticipati a causa di una gravidanza a rischio.
In base all’assetto normativo attuale, l’assegnazione dell’indennità di maternità vale soltanto per le lavoratrici subordinate, per quelle iscritte alla Gestione separata e per le pescatrici autonome della piccola pesca marittima e delle acque interne.
La novità citata si inserisce dunque in un’ottica di estensione delle tutele nei confronti della maternità. Ciò nel pieno rispetto del principio di uguaglianza tra lavoratori dipendenti ed autonomi, che il legislatore intende perseguire.
Interessante notare che, sulla scorta della relazione illustrativa del provvedimento consegnata dall’Esecutivo, il beneficio riguarderà non poche persone. Esso infatti si rivolgerà a circa il 10% delle platee fruitrici del congedo di paternità/maternità nelle tre gestioni dei lavoratori autonomi (artigiani, commercianti e coltivatori diretti), con un costo annuo di svariati milioni di euro.
Non vi sono pertanto dubbi sulla linea di azione in fatto di recepimento delle istruzioni UE. Nei casi di gravidanza a rischio, avremo equiparate le tutele delle lavoratrici dipendenti e delle lavoratrici autonome, che aspettano un figlio. In queste ultime rientrano in particolare le coltivatrici dirette, le colone, le mezzadre ed imprenditrici agricole professionali, le artigiane, le esercenti attività commerciali, nonché le libere professioniste iscritte ad una forma obbligatoria di previdenza gestita da un ente di diritto privato.
Ricordiamo altresì che la domanda per l’indennità di maternità è presentata all’Inps, contestualmente alla domanda di congedo di maternità, in forma telematica. Con una delle seguenti modalità:
Vediamo infine alcuni dei sintomi più tipici della gravidanza a rischio, in considerazione delle imminenti novità sopra indicate:
Chiunque manifesti questi sintomi, farà bene a rivolgersi ad un medico e ciò si rivelerà determinante anche ai fini dell’ottenimento dei benefici di cui sopra.
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