Il Tar della regione Puglia ha recentemente pronunciato una sentenza che riguarda l’indennità di accompagnamento Inps nei confronti degli invalidi al 100%.
Vediamo dunque se concorre alla determinazione del reddito.
Le persone invalide totali ed anche coloro che hanno subito una mutilazione hanno diritto, previa apposita domanda, a ricevere l’indennità di accompagnamento da parte dell’Inps. La prestazione economica è un sostegno per i soggetti che da soli non sono in grado di compiere le principali azioni quotidiane o che non possono muoversi senza il supporto di un accompagnatore.
In pratica chi non è pienamente autosufficiente ha bisogno dell’aiuto di altre persone. Ma cosa accade se l’invalido è ricoverato in una Rsa? Il soggetto ha ugualmente diritto a ricevere l’indennità di accompagnamento e nel caso la retta mensile della struttura viene modificata dall’accompagnamento? In questo articolo scopriamo la risposta a queste e altre domande sull’argomento.
L’assegno Inps mensile viene erogato ai soggetti che hanno presentato la regolare domanda a partire dal primo giorno del mese seguente e consiste in un importo per il 2022 pari a euro 525,17. L’indennità viene pagata anche se il soggetto è ricoverato per un breve periodo in una struttura ospedaliera mentre viene sospesa per lunghi periodi di degenza e per le terapie riabilitative: ad esempio non viene erogata quando la persona rimane ricoverata per oltre 29 giorni in un ospedale pubblico.
Quali sono i requisiti per ricevere l’accompagnamento
Il primo step per ottenere l’indennità di accompagnamento è quello di vedersi assegnata l’invalidità civile al 100%. Questo requisito imprescindibile viene riconosciuto alle persone che non sono autonome, e che da sole non riescono a svolgere le normali mansioni quotidiane.
Chi non è in grado di vestirsi, mangiare, andare in bagno da solo, provvedere all’igiene personale, camminare senza il supporto di un’altra persona ha diritto all’assegno di invalido civile al 100%. Per poter ottenere tale beneficio deve inoltre risiedere stabilmente in Italia mentre non c’è un limite di reddito per ottenerlo.
Si può ricevere l’accompagnamento anche quando l’invalido viene ricoverato in ospedale ed è quindi a carico dello Stato, ma solo se la degenza non si prolunga oltre i 29 giorni. L’accompagnamento non viene revocato nemmeno se la retta della casa di riposo viene pagata in parte dal paziente o dai suoi famigliari, e non grava quindi tutta sull’ente pubblico.
Assegno di accompagnamento e reddito
Una delle domande più ricorrenti su questo tema è quella riguardante la modifica della retta della casa di riposo in presenza dell’indennità di accompagnamento. In questo caso bisognerebbe fare riferimento al reddito della persona che percepisce l’indennità ma in realtà siamo di fronte ad un trattamento di natura assistenziale, rivolto verso soggetti che hanno bisogno di tutela, per cui l’accompagnamento non fa reddito. Ciò vuol dire che non aumenta il reddito ed è anche impignorabile.
L’indennità di accompagnamento modifica la retta della casa di riposo?
Eccoci al fulcro di questo articolo, ovvero se l’accompagnamento aumenta la retta della casa di riposo. Per il fatto che non si utilizza per determinare il reddito allo stesso modo l’indennità non cambia la retta della struttura residenziale in cui è ricoverata la persona invalida.
E’ quanto ha decretato il Tar della Puglia di recente, a seguito della richiesta di un’amministrazione comunale che intendeva aumentare ad un anziano ricoverato in una Rsa la quota di compartecipazione. Il tribunale ha sottolineato come non sia giusto ritenere l’accompagnamento utile per determinare il reddito.