Sono state proposte nuove misure per l’assistenza e il supporto alle persone anziane e disabili. Ad alcuni sarà tolto l’assegno per l’indennità di accompagnamento.
All’interno della legge delega è previsto il rinnovo di alcuni principi che riguardano l’indennità di accompagnamento. In sostanza, sono state approvate le nuove misure che interessano l’assistenza è il supporto indirizzato in favore delle persone anziane e/o disabili non autosufficienti.
Tramite la riforma prevista nella legge delega, il Governo intenda migliorare il piano di assistenza indirizzato in favore di anziani non autosufficienti e soggetti disabili. Lo scopo, infatti, è quello di creare l’opportunità di offrire assistenza sanitaria, ad anziani e disabili, all’interno di un contesto domestico.
In che modo verrà riformata l’indennità di accompagnamento il prossimo anno? A chi sarà tolto l’assegno nel 2023?
L’indennità di accompagnamento è una prestazione economica riconosciuta in presenza di determinate condizioni. La prestazione è erogata dall’INPS su domanda del soggetto interessato, che deve possedere determinati requisiti sanitari e risiedere stabilmente in Italia.
L’indennità di accompagnamento spetta a tutti i cittadini italiani, a prescindere dal reddito personale o dall’età anagrafica. In ogni caso, per ricevere la prestazione occorre essere mutilati o invalidi totali e, dunque, non essere in grado di deambulare senza l’aiuto di un accompagnatore.
In base a quanto stabilito dalla legge italiana, ricevono la prestazione economica di accompagnamento i soggetti che non sono in grado di svolgere autonomamente gli atti di vita quotidiana.
Ad ogni modo, per ottenere l’indennità, che è corrisposta per 12 mensilità, è necessario presentare un’apposita domanda. La somma di denaro corrisposta ai soggetti che ne hanno diritto è pari a 522,10 euro.
Com’è prevedibile, anche questa somma di denaro sarà soggetta ad una rivalutazione, che adeguerà il suddetto valore all’attuale costo della vita.
In vista del 2023, la legge delega prevede un rinnovo di alcuni principi relativi all’indennità di accompagnamento. Lo scopo della riforma è quello di migliorare l’operatività e la professionalità dell’assistenza offerta ad anziani e disabili, in modo tale che questa possa essere gestita tra le mura domestiche.
L’obiettivo della riforma è quello di tenere il più possibile lontano dalle strutture accreditate i soggetti non autosufficienti. Si tratta di una forma di tutela indirizzata in favore di anziani e disabili che, spesso, per ricevere le cure a cui hanno diritto, sono costretti ad un cambio radicale delle loro abitudini.
Con questo fine, il Governo Draghi ha promosso un ultimo atto, con l’approvazione del decreto legge delega, che applica le riforme contenute nella Piano Nazionale di ripresa e resilienza (PNRR).
Per quanto riguarda l’assegno di accompagnamento questo sarà sostituito con un nuovo contributo, che ha un carattere prettamente universale.
Così facendo ci si impegna ad offrire maggiori tutela ai caregiver familiari, sia nella gestione della loro attività lavorativa che in merito alla possibilità di accedere ad un trattamento economico e previdenziale.
La misura in questione richiede uno stanziamento di 7 miliardi di euro, che permetterà alla riforma di entrare in vigore già alla fine del 2023. È sufficiente che il nuovo Governo si allinei, rispetto alle disposizioni operative inserite nella legge delega.
Tramite la suddetta riforma è introdotta una modifica che divide l’aspetto economico della misura, rispetto a quello assistenziale.
In ogni caso, è prevista l’introduzione di nuovi requisiti e condizioni che permetteranno l’accesso all’indennità universale.
Sebbene al momento non si abbiano informazioni in tal senso, non è da escludere che, in futuro, la misura possa essere meno accessibile.
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