L’antitrust ha fatto scattare un’indagine sul caro bollette, mettendo nel mirino alcune società fornitrici di luce e gas, che operano sul mercato libero.
In base alle informazioni che sono trapelate, le società di luce e gas finite nel mirino dell’Antitrust non avrebbero rispettato le direttive impartite dal Decreto aiuti bis.
L’Antitrust, ovvero l’Autorità garante della concorrenza e del mercato, ha posto sotto la lente di ingrandimento il comportamento di alcune società fornitrici di energia elettrica e gas che operano nel mercato libero. Si tratta di procedimenti cautelari eseguiti nei confronti di tali società, con lo scopo di intervenire sulle proposte di cambiare il prezzo della fornitura di luce e gas.
A quanto pare, il comportamento finito nel mirino delle autorità riguarda la modifica contrattuale unilaterale delle tariffe applicate alle forniture. Tali modifiche non risponderebbero alle direttive previste dal Decreto aiuti bis.
La crisi energetica che ha caratterizzato il 2022 ha comportato la lievitazione dei prezzi delle tariffe della fornitura di corrente elettrica e gas. Il Governo è intervenuto più volte a calmierare i prezzi e ad offrire bonus indirizzati nei confronti dei cittadini in maggiore difficoltà.
Di fatto, con l’approvazione del Decreto aiuti bis, oltre al bonus una tantum del valore di 200 euro, si è deciso di imporre determinate direttive in merito alla possibilità di modificare le tariffe.
In sostanza, l’Antitrust è intervenuta sulle proposte di modifica delle tariffe per la fornitura di luce e gas che sembrano essere in contrasto con le direttive del decreto. Ad oggi, sono stati avviati 4 procedimenti istruttori nei confronti di altrettante società, ovvero Iren, Iberdrola, E. ON. e Dolomiti.
Si tratta di società fornitrici di energia elettrica e gas che operano sul mercato libero. Tuttavia, le società fornitrici sopracitate non sono le uniche finite sotto la lente di ingrandimento dell’Autorità. L’Antitrust ha, infatti, inviato richiesta di informazioni anche ad altre 25 società.
Secondo quanto stabilito dal Decreto aiuti bis, a partire dal 30 aprile 2023 non saranno più efficaci le clausole contrattuali che permettono alle società di modificare le tariffe della fornitura energetica in maniera unilaterale, senza alcun preavviso. Fermo restando che sono comunque ammesse le modifiche già perfezionate prima dell’entrata in vigore del decreto.
Alle società Iberdrola e E. ON. sono contestate le comunicazioni con le quali la società ha presentato alle utenze la risoluzione del contratto di fornitura a causa dell’eccessiva onerosità. L’utente ha ricevuto la proposta di un nuovo contratto con condizioni economiche decisamente più svantaggiose.
Alla società di energia elettrica e gas Dolomiti è stata contestata l’efficacia delle comunicazioni relative alla modifica unilaterale del prezzo di fornitura. Si tratta di comunicazioni inviate prima dell’entrata in vigore del decreto, ovvero 10 agosto 2022. Tuttavia, le disposizioni sono piuttosto chiare e hanno fatto salve solo le modifiche già perfezionate prima della suddetta data.
Infine, alla società Iren è stata contestata la comunicazione in merito alla scadenza di tutte le offerte a prezzo fisso, che ha portato alla proposta di contratti con condizioni economiche più svantaggiose. In tal caso, ai clienti si è proposta la possibilità di recedere dalla fornitura.
L’antitrust ha contestato alle società fornitrici di luce e gas Iberdrola e Dolomiti il reato di ingannevolezza delle comunicazioni. In sostanza, l’Autorità garante ha individuato contraddizioni diffuse nei messaggi promozionali da tali società e la loro impossibilità di fornire l’energia elettrica e il gas, al prezzo contrattuale stabilito.
In particolare, nei messaggi promozionali delle due società fornitrici l’energia elettrica è venduta, evidenziando che essa provenga esclusivamente da fonti rinnovabili. Salvo poi non essere realmente così.
Le altre 25 società finite sotto la lente d’ingrandimento dell’Antitrust hanno ricevuto una comunicazione. In questo modo, si è chiesto informazioni in merito all’applicazione di modifica unilaterale delle condizioni economiche di fornitura energetica.
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