In base ad un’indagine INPS sui lavoratori è emerso che, dal 2015 al 2021, si è registrata una diminuzione dei parasubordinati e un aumento dei professionisti.
L’osservatorio sui lavoratori parasubordinati dell’INPS ha analizzato, nel periodo 2015-2020, una flessione del numero totale di questa categoria di lavoratori. Si è passati da 1.434.856 del 2015 a 1.430.485 nel 2021. La riduzione più sostanziosa è avvenuta tra il 2015 e 2016, seguita poi da anni di stabilizzazione e lieve incremento, fino ad arrivare ad una riduzione tra il 2019 e il 2020.
Contrariamente per i professionisti si è assistito ad una crescita del 34,6% nello stesso periodo.
Lo scopo dell’indagine INPS sui lavoratori parasubordinati e quello di ottenere informazioni su professionisti e collaboratori iscritti alla Gestione separata. Ma in questo modo si riescono anche ad analizzare le dinamiche interne del mercato del lavoro.
Scopiamo per quale motivo si è registrato un calo dei parasubordinati e un aumento dei professionisti.
L’INPS ha analizzato l’andamento dei lavoratori parasubordinati e dei professionisti, in un intervallo di tempo compreso tra il 2015 e il 2021. Le informazioni registrate dall’istituto previdenziale hanno evidenziato un calo dei parasubordinati a fronte di una crescita dei professionisti.
Le variazioni registrate sono strettamente correlate con le alterazioni delle dinamiche del mercato dell Lavoro. Tuttavia, così come spiegato dall’INPS, tra le ragioni del fenomeno ci sono anche gli interventi legislativi. In particolar modo, la riforma Fornero del 2012.
La riforma pensionistica attualmente in vigore ha introdotto delle restrizioni che riguardano proprio le collaborazioni coordinate e continuative.
Infine, il Jobs Act del 2015 ha ulteriormente limitato le collaborazioni a quelle “a progetto”, con particolare riferimento al settore privato.
Così facendo le collaborazioni coordinate e continuative sono sopravvissute solo in ambito pubblico e in particolar modo nei contesti universitari.
Ad incidere sul calo del numero dei parasubordinati ci sono anche le continue variazioni delle aliquote di contribuzione.
A diminuire in modo particolare sono le collaborazioni femminili. Di fatto è proprio la quota di donne parasubordinati a subire la flessione maggiore. Intanto, si è registrato un aumento dei professionisti.
Di fatto, nel 2015, le donne erano il 39,1% tra i collaboratori e il 41,9% tra i professionisti. I dati registrati nel 2021 sottolineano la flessione per i collaboratori e un incremento al 45,9% per i professionisti di genere femminile.
Occorre inoltre sottolineare che dall’indagine condotta dall’osservatorio dell’Istituto previdenziale si è notata un’altra importante differenza tra 2015 e 2021. Ci stiamo riferendo all’età di lavoratori. Nel corso di 6 anni è stata registrata una lieve crescita per gli under 30 pari al 1,4% che va a contrapporsi ad una flessione per gli adulti, ovvero i lavoratori in età compresa tra 30 e 59 anni.
Per quanto, invece, riguarda i senior, ovvero i lavoratori over 60, l’indagine ha individuato una sostanziale crescita del 7,3%.
Nel corso dell’indagine condotta dall’osservatorio INPS sono stati presi in analisi le differenze tra il mondo dei lavoratori parasubordinati al Sud e al Nord.
Di fatto, dal punto di vista geografico si è assistito ad una variazione positiva dei lavoratori parasubordinati nel Mezzogiorno d’Italia, con un +2,7%.
Al Nord, invece, si è registrata una diminuzione dello 0,7%; fermo restando che la riduzione maggiore è stata registrata al Centro con un -1,9%.
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