La nuova gestione implica un vero e proprio incubo per la certificazione unica, da adesso cambia tutto. Come gestirla?
Chi è profano del tema non può non avere qualche difficoltà, entra in gioco un incubo per chi non ha mai fatto la certificazione unica, e adesso deve portarla a compimento. Le novità subentrate a inizio anno in materia economica, continuano a sconvolgere i piani dei cittadini, specie di chi si trova ad aver a che fare con sistemi di cui si ha poca esperienza.

Arrivano nuove tasse? Se si parla di incubo da certificazione unica, non è detto che si dovranno pagare necessariamente fiori di quattrini. Ma è certa la paura che hanno la maggior parte dei contribuenti. Si tratta di dover sborsare i propri risparmi per adempiere ai propri doveri, fino ad esaurirli. Infatti, è proprio attorno a questa eventualità che vertono i maggiori drammi.
Ovviamente, si tratta di un documento importante per quanto concerne i fini fiscali. Serve appunto per la dichiarazione dei redditi, e per quanto la nuova gestione possa sembrarne un incubo, non è un documento che non può essere inviato ai propri dipendenti. Poiché ciò va consolidato annualmente. In sostanza, si conferma l’avvenuta ricezione del reddito, mediante una certificazione.
Per il 2025 non ci sono scuse, i soggetti che devono emetterla per la prima volta nella loro vita, potrebbero includere datori o enti che hanno iniziato a erogare compensi durante il 2024. Chi è incluso?
Arrivano novità, incubo certificazione unica: chi dovrà emetterla?
Ma a chi si sta facendo riferimento? Un’analisi concreta dei soggetti in gioco è un aiuto fondamentale per comprendere come gestire la materia. I doveri fiscali e il rispetto della normativa sono assunti da porre sempre in primo piano, specie davanti a così tanti cambiamenti, perché il rischio di confondersi è proprio dietro l’angolo.

Quindi, assodato che la devono emettere i soggetti che si trovano a che fare per la prima volta con la questione, è chiaro che bisogna includere datori di lavoro e enti. Per i primi s’intendono imprese, amministrazioni pubbliche ed associazioni che hanno versato compensi a lavoratori dipendenti o autonomi dal 2024. Mentre i secondi, sono tutti gli enti no profit, quindi anche le associazioni che hanno corrisposto lo stesso.
Persino le aziende straniere che occupano lavoratori italiani all’Estero, ma sono assicurati in Italia e non sono soggetti a ritenute alla fonte, ma alla contribuzione INPS sì, potrebbero doverla inoltrare se non lo hanno mai fatto. Come già detto, è un documento essenziale per regolamentare la propria posizione fiscale e previdenziale al momento della scrittura del modello 730, sia precompilato che no.
Generalmente però si conferma questo dettame, chiunque abbia erogato redditi soggetti a CU nel 2024, deve emetterla nel 2025.