Pensioni, previsti aumenti per il prossimo anno, tra 400 e 850 euro: ecco gli importi precisi.
La pensione è una prestazione economica che consente di vivere dignitosamente, dopo aver concluso la propria carriera lavorativa.
Una cosa importante è informarsi prima di poter richiedere l’uscita pensionistica, perché è bene essere certi di avere tutti i requisiti a disposizione. Attualmente, con i rincari in corso, le spese da sostenere sono diverse e in quest’ottica, è necessario risparmiare, per chi già la pensione la percepisce, in modo da essere più tranquilli, nel momento in cui le feste natalizie termineranno.
Peraltro, per coloro che percepiscono la pensione, il mese di gennaio prevede un ritardo nel pagamento. Il cedolino, infatti, sarà pagato il 3 gennaio 2025. In vista di questo ritardo, è bene evitare di spendere troppo, in questo mese di dicembre.
Ci sono vari tipi di pensione erogate dall’INPS, alcune previdenziali, altre assistenziali. Per l’anno venturo, sono previsti degli aumenti che sono legati a un tipo specifico di pensione. Scopriamo in cosa consisteranno i suddetti incrementi.
Il prossimo anno, come detto, le pensioni vedranno un cospicuo aumento, che interessa un tipo di pensione in particolare.
Stiamo parlando delle pensioni di invalidità civile. Nello specifico, per gli invalidi al 100%, che non sono in grado di esercitare nessun lavoro, sono previsti aumenti da 400 a 850 euro al mese. Per coloro che invece, hanno una percentuale di invalidità che si attesta tra 74% e 99%, ci saranno aumenti pari a pochi euro mensili. Quest’anno, c’è un aumento, per via della rivalutazione, che corrisponde allo 0,8%.
Coloro che hanno un’invalidità totale, cioè non hanno proprio la possibilità di lavorare, in nessun caso, nel 2024 con un reddito personale che non deve oltrepassare la soglia dei 9.555,65 euro, e coniugale, di 16.502,98 euro, possono godere di quello che è chiamato incremento al milione.
Lo si può percepire dai 18 anni, se si è invalidi 100%. Questo perché una sentenza dei giudici della Consulta ha chiarito come «le minorazioni fisio-psichiche, tali da importare un’invalidità totale, non sono diverse nella fase anagrafica compresa tra i diciotto anni (ovvero quando sorge il diritto alla pensione di invalidità) e i cinquantanove, rispetto alla fase che consegue al raggiungimento del sessantesimo anno di età, poiché la limitazione discende, a monte, da una condizione patologica intrinseca e non dal fisiologico e sopravvenuto invecchiamento».
La pensione in questione, l’anno prossimo, potrebbe aumentare a circa 739,83 euro.
Per coloro che hanno almeno 80 anni e sono gravi a livello assistenziale, possono percepire la Prestazione Universale, che consiste in 850 euro al mese, che possono essere impiegati per farsi assistere. Tutto ciò, se l’ISEE non corrisponde a più di 6 mila euro.
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