Addio IMU anche sulle seconde case, ma molti non sanno come fare e perdono soldi: la Corte di Cassazione fa chiarezza con l’ordinanza n.4329
L’IMU, la tanto odiata tassa sulla casa a volte si paga a vuoto, anche quando non si dovrebbe pagare: in molti non lo sanno e finiscono per perdere i loro soldi.

Questo accade perché tutti partiamo sempre dal presupposto che è nostro dovere pagare l’IMU sull’abitazione a meno che questa non sia prima casa, quindi lo stabile in cui si vive. Su tutte le seconde case, i proprietari sono al corrente dell’obbligo di pagamento e per evitare guai preferiscono pagare senza farsi troppe domande.
Bisogna però sapere che anche sulle seconde case c’è la possibilità di non pagare l’IMU, a confermare il caso specifico è infatti la Corte di Cassazione con una delle ultime sentenze, è bene fare luce sulle normative per evitare di ritrovarsi a pagare a vuoto una tassa che in realtà non spetta al proprietario pagare.
IMU e diritto di abitazione: chi deve pagarla? La Cassazione fa chiarezza
Quando si parla di IMU, l’imposta si applica a chi “possiede” un immobile. O almeno è così che si è semplificato il concetto per far comprendere ai cittadini che ogni casa di proprietà prevede il pagamento della tassa, a meno che non sia la prima casa in cui si ha residenza. Ma il concetto di “possesso” non riguarda solo chi ha acquistato la casa, ma anche chi la utilizza.

Il proprietario, chi ha l’usufrutto (cioè il diritto di usare un bene), o chi ha il diritto di abitazione, sono tutti attori che prendono parte a questo concetto. Se un proprietario decide di concedere a un altro individuo (un familiare, un amico, o un conoscente) il diritto di abitazione della sua casa, l’IMU non spetta più a lui, ma alla persona che usufruisce di quella casa. Se il diritto di abitazione viene concesso correttamente, non sarà più necessario che il proprietario paghi l’IMU, perché verrà pagato da chi di dovere, ovvero colui che ha in mano l’utilizzo dell’abitazione. Ma attenzione, c’è una condizione importante da tenere a mente.
La Corte di Cassazione ha chiarito un aspetto molto importante riguardo a questa situazione. Con l’ordinanza n. 4329 del 2025 ha infatti sottolineato che l’IMU deve essere pagata da chi “gode” del diritto di abitazione, non dal proprietario, a condizione che il trasferimento del diritto sia comunicato al Comune prima ancora dell’inizio dell’anno fiscale. Questo passaggio può essere effettuato anche tramite una scrittura privata, senza bisogno di passare da un notaio, giusto per ottenere le firme che attestino ufficialmente il passaggio. La comunicazione sarà quindi sufficiente, anche senza registrazione nei pubblici registri, purché venga fatta in tempo.
Cosa fare per non pagare l’IMU sulla seconda casa
Ricapitolando quindi, cosa si può fare per non pagare l’IMU su una casa di proprietà? Ad esempio il proprietario potrebbe permettere a un familiare o amico di abitare nella sua casa attraverso una scrittura privata da consegnare al Comune.
In questo senso, si attesterà e si registrerà all’Agenzia delle Entrate con un costo di circa 200 euro che l’abitazione rimane di proprietà dello stesso individuo che l’ha acquistata ma che passa con una sorta di comodato d’uso, definito appunto diritto di abitazione, a una persona fidata, che ci andrà a vivere o che la userà come preferisce, pagando l’IMU al posto del proprietario.