Come calcolare gli importi dell’IMU che si dovranno andare a pagare? C’è un modo per fare il calcolo: bisogna tenere a mente questi dettagli
L’IMU, l’Imposta Municipale Unica, è una delle tasse più odiate dagli italiani. La somma totale annua si riferisce a diversi fattori, per questo non è facile fare una stima su quanto si andrà a pagare se non si è a conoscenza dei metodi di calcolo.
Se quindi si ha un’abitazione per la quale si è già sicuri di dover pagare l’IMU e si vorrebbe fare una stima di quel che sarà il pagamento, basterà seguire tutte le indicazioni di questa guida che illustra tutte le variabili da prendere in considerazione.
Ciò che manda più in confusione, ad esempio, è il cambiamento delle aliquote da Comune a Comune, che poi negli anni possono essere aggiornate complicando ancora di più il calcolo finale. Se si vuole calcolare la cifra corretta si deve partire da un assunto in particolare: ogni Comune ha delle aliquote diverse, bisogna prendere in riferimento l’anno e la località dello stabile (e non fare riferimento alla propria residenza), ma oltre alle aliquote legate ai Comuni sono anche tante altre le variabili da prendere in considerazione.
IMU: quali fattori influenzano il calcolo, tutti i consigli per non sbagliare
Il calcolo dell’IMU non è immediato, il problema è presente a tutti, motivo per cui stilare una lista di tutte le variabili che influiscono sulla somma da pagare annualmente è utile e risolutivo nella maggior parte dei casi. Se quindi avete bisogno di calcolare la somma totale delle due trance di pagamento annuali dell’IMU dovete far riferimento a questo specchietto, ‘personalizzandolo’ con i vostri dati. I fattori principali da considerare sono:
- Rendita catastale: È il valore attribuito all’immobile dall’Agenzia delle Entrate. Questo dato è reperibile dalla visura catastale, non sarà quindi un problema d’intralcio al calcolo.
- Moltiplicatore catastale: Una cifra fissa che varia in base alla categoria dell’immobile (ad esempio, abitazioni, terreni, fabbricati industriali, ecc.). Bisogna quindi leggere la documentazione in merito alla registrazione al catasto del proprio immobile, in particolare la categoria di riferimento.
- Aliquota comunale: Ogni comune determina un’aliquota IMU, che può variare entro limiti stabiliti dalla legge nazionale, ma che viene scelta dal Comune stesso in base a tanti fattori. È quindi importantissimo verificare l’aliquota deliberata dal proprio Comune (di residenza nel caso fosse lo stesso in cui è presente lo stabile, altrimenti si farà riferimento al Comune nel quale lo stabile è situato).
- Detrazioni: In alcuni casi, per l’abitazione principale (se non esente), possono essere applicate detrazioni fisse o percentuali. In questo caso si deve far riferimento alla propria condizione economica e lavorativa.
- Periodo di possesso: L’imposta è inoltre calcolata proporzionalmente ai mesi di possesso dell’immobile durante l’anno, quindi è importante il contratto di compra-vendita.
Una volta che si hanno tutti questi dati, l’ordine delle azioni da eseguire sarà: reperire la rendita catastale, rivalutare la rendita con il 5%, applicare il moltiplicatore in base alla categoria catastale (ognuna ha un moltiplicatore specifico), calcolare quindi l’imponibile, verificare l’aliquota del Comune e infine sottrarre eventuali detrazioni.