Adempiere velocemente al dovere: pagare l’IMU anche per i parenti defunti, altrimenti? Sono guai economici di portata inaspettata!
Di inaspettato c’è tanto, perché nessuno si sarebbe immaginato di dover adempiere ad una condizione del genere. I parenti defunti vanno ricordati con amore, ma perché si dovrebbe pagare l’IMU anche a loro? Ultimi aggiornamenti con tanto di indicazioni per evitare di commettere errori e di gestire nel migliore dei modi la questione.
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Per comprendere l’impatto di questa condizione per molti “paradossale”, bisogna fare un piccolo ripasso in materia di diritto di proprietà e di abitazione. Perché anche se i figli del defunto, divengono i proprietari effettivi della casa ricoprendo il ruolo dei “nudi proprietari”, il coniuge sopravvissuto, mantiene nelle sue mani il diritto di abitazione. Quest’ultimo aspetto è quello che determina l’effettivo pagamento della tassa dedita all’ambito in questione.
Sono informazioni che rendono evidente la complessità delle normative fiscali, anche perché ci sono dei dettagli che fanno decisamente entrare in conflitto le figure in gioco. Se si vogliono evitare errori, ecco come gestire la questione quando muore il proprietario della casa.
Correre a pagare l’IMU per i parenti defunti: come non compiere errori
Bisogna capire quali mosse è possibile porre in essere per conquistare l’obiettivo. Perché pagare una tassa del genere potrebbe far storcere il naso a molti, ma da quanto analizzato, risulta evidente che non si possa fare altrimenti. In ogni caso, ci sono delle responsabilità, obblighi, ma soprattutto la questione dell’esenzione limitata.
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È una distinzione che sorprende, perché la tassa è sul “possesso”, quindi dovrebbe ricadere solo sui nudi proprietari seguendo il filo della logica giuridica, ma dal punto di vista apparente. Infatti, è il coniuge superstite a dover pagare l’IMU. Si tratta di disposizioni che gravano sulle tasche di famiglie già devastate dalla perdita di un familiare. L’impianto normativo può dirsi giusto? Fiscalmente e normativamente si potrebbe dire di sì, sul piano emotivo, non proprio.
Anche se quest’ultimo non eredita ufficialmente l’immobile, deve adempiere al pagamento della casa con cui ha vissuto con il defunto. La stessa esenzione è limitata, la si applica solo nel caso in cui l’abitazione non appartenga a categorie catastali specifiche. In elenco le seguenti: A/1, A/8 o A/9 sono da tenere sotto controllo. Quindi, se l’edificio vi rientra, l’agevolazione fiscale non si applica, e l’imposta va pagata dal coniuge sopravvissuto, senza se e senza ma. Ma c’è una sorpresa ancora più amara.
Come se non bastasse, ci sono anche le responsabilità per gli arretrati richiesti da alcuni Comuni per gli anni precedenti se il defunto ha lasciato tasse in sospeso. Oltre il danno, anche la beffa: non solo il coniuge sopravvissuto perde la persona amata, deve pagare, ma anche… con gli interessi e i debiti lasciati!