Il Governo prende soldi anche dalle prime case e lo fa con alcune sottili clausole che costringono a pagare l’IMU
La tassazione sulla casa è il tema che è stato più dibattuto in questi ultimi mesi per via del discorso del ministro Giancarlo Giorgetti sulle modifiche relative al catasto. Le famiglie italiane sono esasperate dalla tassazione che è tra le più alte in assoluto rispetto agli altri Paesi europei e, con il timore galoppante relativo agli stipendi statici, il dibattito aveva aperto la strada a insinuazioni che riguardavano anche una possibile nuova patrimoniale.
Attualmente invece con la Legge di Bilancio per il 2025 non è stata inserita nessuna patrimoniale: da questo punto di vista, almeno nel breve termine, si può star sereni, ma non tutti gli italiani sono coscienti del fatto che lo Stato italiano riempie le sue casse anche attraverso una tassa sulla prima casa. La famosa ‘IMU’, infatti, non viene pagata solo dalla seconda casa in poi, o meglio, si tratta di una semplificazione troppo astratta che non fa riferimento invece a tutte le piccole clausole che legiferano sulla tassazione.
In realtà non in tutti i casi chi ha una prima casa è esente dal pagamento dell’IMU, ciò spiegherebbe come lo Stato riesca a prendere denaro non solo dalle seconde, terze etc case, ma anche dalla prima. L’argomento ha sempre acceso molte discussioni, eppure ad oggi per la legge italiana funziona ancora così. Chi è quindi che rischia di pagare tasse anche sull’unica proprietà? Chi non la sfrutta in prima persona.
Tasse Imu sulla prima casa: ecco chi è costretto a pagare
Molti italiani si trovano a pagare le imposte nonostante l’immobile sia considerato “prima casa”. Ciò capita nei casi in cui non si risiede anagraficamente nell’immobile e quindi non lo si utilizza come abitazione principale. Non solo, anche nel caso in cui la casa venga data in affitto, o utilizzata come residenza saltuaria. In questi casi anche la prima casa rimane sempre soggetta a tassazione.
Inoltre, l’IMU è sempre applicata anche alle abitazioni di lusso, ossia quelle classificate nelle categorie catastali A1, A8 e A9, come ville, castelli e palazzi signorili. Il problema nasce quando ad esempio per eredità si ottiene una casa in un altro comune, magari anche disabitato, in cui affittare e vendere è praticamente impossibile.
In questi casi l’erede è costretto al pagamento dell’IMU anche se quell’abitazione effettivamente non produca alcun genere di reddito aggiuntivo. In un periodo complicato come questo, non è trascurabile la possibilità di maggiori controlli da parte dei Comuni per verificare se la situazione residenziale comunicata sia veritiera: meglio rimanere essere in regola per evitare di incorrere in sanzioni.