I possessori e titolari di un conto corrente bancario o postale debbono versare l’imposta di bollo, prelevata in automatico dalla banca o dalle Poste, a seconda del luogo di apertura del conto. Tuttavia, detta tassa è legata alla giacenza media del conto corrente stesso e c’è una soglia di esenzione.
Tutti coloro che hanno aperto un conto corrente possono notare che, di tanto in tanto, compare una voce a debito che prende il nome di imposta di bollo, ma che cosa significa esattamente?
Ebbene ne parleremo per fugare ogni dubbio su che cos’è e perché esiste, anche alla luce del fatto che in questi anni sono state effettuate diverse modifiche alla disciplina relativa all’imposta di bollo su conti correnti postali e bancari.
D’altronde la banca non è un luogo di mero deposito dei propri risparmi e di eventuale investimento: aprire e conservare nel tempo un rapporto di conto corrente implica dei costi fissi e periodici – e tra essi c’è proprio l’imposta di bollo che qui interessa.
Perciò qual è la disciplina aggiornata al 2022 e quanto si paga oggi, alla luce del quadro normativo attuale? Vediamo di fare chiarezza nel corso di questo articolo.
L’imposta di bollo sul conto corrente consiste in una tassa che vale su tutti i conti correnti bancari, conti correnti postali e libretti di risparmio la cui giacenza media trimestrale oltrepassa i 5mila euro. In altre parole, se la giacenza media è uguale o minore di questa cifra non vi sarà obbligo di pagare l’imposta di bollo, altrimenti l’addebito dell’imposta di bollo scatterà e sarà trimestrale.
L’esenzione dal pagamento dell’imposta di bollo vale per il periodo di rendicontazione considerato come riferimento. Nel caso pratico in cui i contribuenti hanno intestati a loro nome più conti corrente o libretti di risparmio postali, il calcolo della giacenza media è compiuto in modalità cumulata.
Se ci si chiede come calcolare la giacenza media per l’imposta di bollo sui c/c rispondiamo che l’interessato deve sommare i saldi giornalieri del proprio conto corrente e dividerli per il numero dei giorni di rendicontazione.
Nessun dubbio a riguardo: l’imposta di bollo sul conto corrente è un ammontare previsto dalla legge e dovuto per il possesso di un conto corrente, sia dalle persone fisiche sia dalle persone giuridiche. Si tratta infatti di una delle tipiche voci tra le spese di tenuta di un c/c. Ribadiamo altresì che si applica in misura fissa e la tassa è oggetto di prelievo in via diretta dall’istituto di credito, presso cui il conto corrente è stato aperto o dalle Poste.
A seguito del decreto Salva Italia entrato in vigore sotto il Governo Monti, a partire dal primo gennaio 2012 abbiamo l’imposta di bollo sui conti correnti postali e bancari uguale a:
Il pilastro delle regole in materia è in particolare l’art. 18 del decreto legge n. 201 del 2011, il quale ha previsto varie novità con la disciplina dell’imposta di bollo valevole per gli estratti di conto corrente, i rendiconti dei libretti di risparmio e le comunicazioni inviate alla clientela relative ai prodotti finanziari. Perciò a seguito del Salva Italia, sono oggi soggetti all’imposta di bollo anche i rendiconti dei libretti di risparmio bancari e postali.
Come accennato poco sopra l’imposta di bollo è uguale a 34,20 euro all’anno per i privati, e si versa sulla scorta della periodicità con la quale il correntista riceve l’estratto conto. Dal punto di vista pratico se l’interessato ha aperto più rapporti soggetti a imposta di bollo, l’addebito, se dovuto causa giacenza media, sarà indicato su ciascun singolo rapporto.
Giova ribadire che di solito la tassa in oggetto è ripartita nel corso dell’anno con applicazione trimestrale, in coincidenza con la rendicontazione. Tuttavia in assenza di rendiconto nel corso dell’anno i calcoli della giacenza media sono svolti su base annuale, e non trimestrale: il loro addebito si compie il 31 dicembre.
Perciò se l’imposta di bollo, anche se viene calcolata su base annua, può essere versata su base mensile o trimestrale sulla scorta delle condizioni del conto.
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