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Economia e Finanza

Imposta bollo: come funziona sui Buoni postali? È incredibile a cosa bisogna fare attenzione

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L’imposta di bollo è una tassa annuale che grava anche sui Buoni postali: ma nei limiti di legge. Ecco come funziona.

Tutti oramai conoscono i Buoni fruttiferi postali. Sono entrati nelle case degli italiani ormai da molti decenni, spesso come regalo di compleanno o per altri importanti eventi da parte di nonne o zie.

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Sono titoli di debito emessi da Cassa depositi e prestiti (CDP) e distribuiti da Poste Italiane tramite la rete capillare degli uffici postali. Possono essere sottoscritti anche dal sito di Poste Italiane collegandosi al seguente indirizzo www.poste.it oppure si può utilizzare l’App BancoPosta.

Imposta di bollo anche sui Buoni postali: a quanto ammonta?

Come qualsiasi strumento finanziario e di risparmio che prevede un deposito di denaro per un certo periodo di tempo, anche i Buoni postali sono assoggettati a oneri fiscali. Tra questi, c’è anche l’imposta di bollo che scade il 31 dicembre di ogni anno. In realtà non sempre è dovuta perché la normativa prevede alcune eccezioni. Infatti, il pagamento dell’imposta è previsto se la somma di tutti i titoli intestati alla stessa persona supera i 5mila euro.

Per evitare di pagare l’imposta, l’investitore dovrebbe intestare i Buoni a persone diverse. Comunque sia, a prescindere dai Buoni sottoscritti, su questi gravano anche un’altra, come l’imposta sostitutiva sugli interessi maturati pari a 12,50%.

Ritornando all’imposta sul bollo, è necessario chiarire che è una tassa prevista dal 1° gennaio 2009, che si applica sui Buoni postali sia cartacei sia dematerializzati. A dire il vero, anche se l’imposta deve essere pagata ogni anno, il saldo del bollo non avviene nello stesso periodo di pagamento dell’imposta. Infatti, il titolare pagherà il saldo totale solo nel momento del rimborso del Buono postale. Si tratta, quindi, di una imposta che viene cumulata e accantonata.

E chi possiede i titoli prima del 2009 deve pagare il bollo sui Buoni postali? Pagherà l’imposta solo qualora il buono superasse i 5mila euro. Inoltre, l’imposta sarà calcolata sul valore nominale del singolo titolo. Ciò significa che i Buoni emessi prima del 1° gennaio 2009 non sono cumulabili con gli altri prodotti finanziari intestati allo stesso sottoscrittore.

Come calcolarla sui titoli dopo il 2009

Cassa depositi e prestiti ha stabilito un ammontare minimo pari a 34,20 euro per le persone fisiche; invece, nel caso di persone giuridiche la quota è pari a 100 euro.

Per calcolare l’importo dovuto, il titolare del Buono postale deve riferirsi alla seguente tabella:

  • 0,10% se l’anno di riferimento è il 2012;
  • 0,15% se l’anno di riferimento è il 2013;
  • 0,20% a partire dall’anno 2014.

Nel 2012, però, CDP ha previsto non solo un importo minimo, come detto di 34,50 euro, ma anche un importo massimo pari a 1.200 euro. Invece, nel 2013 per i titolari non persone fisiche, l’imposta massima è diventata di 4.500 euro; mentre, infine, nel 2014 sempre per gli stessi soggetti è diventata di 14mila euro.

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