Illumia è una Società per Azioni appartenente al Gruppo Tremagi che capo al suo fondatore Francesco Bernardi.
L’azienda è impegnata nel settore energetico e ha attualmente più di 180 dipendenti con un capitale sociale pari a due milioni di euro.
Matteo Bernardi che ricopre attualmente la carica di amministratore delegato della società, guida grazie alle sue capacità e alla sua formazione l’azienda di famiglia. Affermarsi nel settore energetico in Italia è sfida complessa, che necessità di grossi capitali e conoscenze tecniche di un settore oggi diventato particolarmente competitivo. I margini per sviluppare idee innovative sono abbastanza ridotti e richiedono tempo per potersi consolidare.
Illumia ha fatto della ricerca del vantaggio competitivo la chiave che l’ha portata a essere una delle realtà più interessanti a livello nazionale. Una delle particolarità dei dipendenti e collaboratori è che hanno un’età media di 32 anni e alcuni di essi sono parte della famiglia di Francesco Bernardi. Tutti e tre i figli sono infatti occupati in ruoli dirigenziali dell’azienda, Matteo collabora il fratello e la sorella sviluppando il business e l’idea imprenditoriale del padre, verso nuovi obbiettivi finanziari.
Come nasce Illumia e quali sono le sue prospettive economiche
Illumia nasce come DSE nel 2006, tre anni dopo l’avvio del processo di liberalizzazione del mercato elettrico in Italia. DSE acronimo di Duferco Swiss Energy è il risultato di una partnership tra il gruppo svizzero Duferco di Bruno Bolfo e la società Tremagi di Francesco Bernardi.
Bernardi ha una lunga esperienza in campo scientifico, è stato infatti ricercatore e consulente di aziende quali Eni e Iri. Nel suo curriculum una laurea in ingegneria nucleare e un’ottima capacità strategica. L’ingegnere nel 2009 riesce a rilevare attraverso la holding Tremagi il controllo totale dell’azienda. Nel 2011 DSE il cui acronimo nel frattempo è mutato di significato in Don’t Stop Energy, avvia la commercializzazione di gas metano.
Nel 2017 Francesco Bernardi lascia la guida dell’azienda ai suoi tre figli. Dal 2013 la società che ha cambiato nome in Illumia è diretta da Matteo Bernardi. Il giovane manager guida l’azienda con forte positività accompagnato dalla consapevolezza di poter avere un lungo futuro imprenditoriale. Bernardi è consapevole che le nuove generazioni possano essere il volano per rinnovare il settore. Negli ultimi dieci anni il mercato elettrico è completamente cambiato ed è oggi entrato in una nuova fase in cui le energie rinnovabili e l’ecologia stanno sostituendo il tradizionale modo di concepire l’economia.
Illumia è oggi uno dei principali fornitori di energia elettrica e gas in Italia, che offre soluzioni mirate al risparmio energetico, incentivando l’adozione di energie alternative e rinnovabili. A oggi Illumia conta oltre 350 mila clienti, tra domestici e business, ai quali fornisce gas ed elettricità sia in Italia che in Francia, con un giro d’affari che è cresciuto negli anni.
Illumia, la resilienza del suo business e la forza di reagire alla crisi
Illumia è cresciuta molto negli ultimi anni, ma ha tuttavia risentito della crisi e del lockdown, che ha fatto registrare un calo dei consumi energetici tra i clienti business del -27% nonchè una simile riduzione del prezzo dell’energia. Complessivamente l’azienda ha mostrato solidità e resilienza al crollo del fatturato, ridotto di circa un terzo nel 2020 a 612 milioni di euro.
Complessivamente pero’ l’azienda ha registrando un Ebitda pari a 26,37 milioni, un incremento del 18% sul 2019 reagendo alla crisi, compensata dall’aumento dei volumi di gas venduti cresciuti del 16%. L’Italia è piena di realtà imprenditoriali innovative e creative che hanno la capacità e la forza di reagire e di rinnovarsi difronte alle crisi. In questi termini Illumia ha anticipato i tempi ed è stata nel nostro paese tra i pionieri dello smart working.
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L’azienda ha saputo proteggere la propria produttività organizzando lavoro e riunioni anche a distanza. Illumia ha svolto in anticipo con i tempi un progetto pilota di smart working che ha coinvolto il 20% dei dipendenti. Questi un giorno alla settimana hanno lavorano da casa, rilevando sorprendentemente un aumento dell’efficienza lavorativa.
Secondo i sondaggi interni effettuati con questionari mensili somministrati sia agli smart worker che ai loro responsabili, per il 92% dei lavoratori la performance lavorativa migliora, per l’85% la produttività aumenta.