Gli ultimi quattro mesi sono stati caratterizzati da rialzi molto importanti sui tassi dei BTp e sugli analoghi titoli dei Paesi dell’eurozona e da una simultanea flessione del loro prezzo.
L’incremento simultaneo della domanda dopo la pandemia seguita dallo stravolgimento degli accordi commerciali con la Russia ha accelerato l’inflazione e influito di conseguenza sui rendimenti dei BTp.
Un nuovo mondo, anche economico, a cui si adeguano i tassi di mercato fornendo interessi che sul titolo decennale USA oscillano tra il 2,8 e il 3%. Le Borse provano il rimbalzo, in attesa che domani la Federal Reserve decida il rialzo dei tassi previsto di 50 punti base.
Continua l’incertezza e la volatilità che fa giungere a nuovi record i rendimenti dei titoli di Stato. Il contesto ha fatto tornare sulla scena rendimenti interessanti anche sui BTp a scadenza più lunga che pagano tassi intorno al 3%.
I rendimenti italiani crescono quasi incessantemente di seduta in seduta. Ieri, il BTp a 10 anni ha oltrepassato la soglia del 2,80%. Lo spread è salito fino a 185 punti base, ai massimi da due anni. Tra i titoli di Stato più interessanti spicca il BTp 2051. Una scadenza poco inferiore ai trent’anni che offre uno dei maggiori rendimenti sul mercato sovrano italiano pari al 3,18% netto. La curva dei rendimenti si appiattisce, considerando che questo titolo rende quanto il Btp con scadenza 2072. A parità di rendimento questo titolo è quindi il migliore sul lungo periodo avendo una scadenza inferiore di 20 anni e mezzo.
Il BTp 2051 si acquista sotto la pari a circa 72,50 centesimi. Una riduzione del prezzo del 22% in soli tre mesi a cui fa seguito un incremento del rendimento di 140 punti base. Un’operazione come questa va fatta ponderando il migliore momento di ingresso considerando la possibilità di un’ulteriore discesa del prezzo. Il momento è perfetto per sfruttare un’occasione e una contingenza economica difficilmente ripetibile.
Inserendo in portafoglio il BTp 2051 ai prezzi attuali si corrono minori rischi di un BTp con durata inferiore. Entrambi saranno in grado di compensare sul lungo periodo l’effetto sul profitto dell’inflazione, ma sarà compensata meglio la volatilità dal titolo con il prezzo più basso. A inizio anno il BTp 2072 offriva un rendimento netto dello 0,27% più alto. Nel giro di quattro mesi, lo spread tra i titoli a 50 e 30 anni si è azzerato. Sulla lunghissima scadenza il premio al rischio, oltre una certa durata si è praticamente azzerato.
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