L’azione dei prezzi sul Bitcoin ha definitivamente aperto il trend short sulle criptovalute concretizzatosi a partire dal sell off iniziato il 12 giugno.
Oggi la prima delle criptovalute è arrivata appena sotto i 29.000 dollari trascinando con sé il resto del listino.
La price action del Bitcoin e delle criptovalute è correlata oggi a quella dei mercati azionari, negativi da circa tre mesi in relazione alle incertezze internazionali. La crisi diplomatica e commerciale nei confronti della Russia di Stati Uniti ed Ue ha dato luogo a un sentiment ribassista ormai difficile da mutare nel breve periodo.
Di criptovalute ne sono state create fino a oggi più di 17 mila con 2 mila progetti rivelatisi fallimentari negli ultimi dieci anni. Le criptovalute rappresentano un esperimento finanziario senza precedenti con un’aspettativa di successo spesso idealizzata. Un mercato troppo vasto che nei prossimi anni è destinato a concentrarsi riducendo la propria offerta di asset.
Crollano le criptovalute; Coinbase licenzia 1.1000 dipendenti
Il destino del trend short è legato alle sorti dell’economia globale. Non solo le criptovalute ma anche le società correlate al mercato come gli Exchange. Il 14 giugno Coinbase ha annunciato che la società stava licenziando il 18% del suo personale pari a circa 1.100 dipendenti. Coinbase è la più grande piattaforma exchange degli Stati Uniti, nonché una delle più importanti al mondo. La società è riuscita negli anni ad attrarre al suo interno talenti di alto livello con stipendi e benefit esorbitanti. Nel bel mezzo del boom delle criptovalute, Coinbase ha assunto aggressivamente dipendenti provenienti da società come: Microsoft, Google e Goldman Sachs.
I dipendenti di Coinbase che sono stati recentemente licenziati, hanno rivelato che i tagli del personale sono stati talmente repentini da far presagire un pericolo per l’intera attività economica. Naturalmente i licenziamenti sono anche giustificati da una espansione molto rapida del mercato e delle assunzioni; la società ha più che quadruplicato il suo organico negli ultimi 18 mesi.
L’attività di Coinbase rispecchia quella del più ampio settore delle criptovalute ed è un punto di riferimento importante per valutarne la salute. Tra il 2019 e il 2021 i ricavi netti della società sono cresciuti, salendo del 1.400% a 7,8 miliardi di dollari.
Un nuovo minimo del Bitcoin tra i 12.000 e gli 8.000 dollari
In tutto questo il prezzo del Bitcoin potrebbe scendere fino agli 8.000 prima di arrivare a un livello sufficiente di ipervenduto. Gli ultimi livelli importanti di accumulazione sotto i 20.000 dollari sarebbero tra i 17.000 e i 18.000 dollari. Una volta superati a ribasso il prezzo potrebbe dirigersi rapidamente tra i 12.000 e gli 8.000 dollari.
La sfiducia nelle sorti del mercato può riportare i trader ad aprire posizioni corte sfruttare la volatilità del trend ribassista. A questo punto la fase di accumulazione potrebbe venire posticipata nel tentativo di osservare quale sarà l’ultimo minimo in coincidenza con gli effetti della guerra commerciale e della politica monetaria restrittiva delle banche centrali.
Nel tentativo di limitare le perdite, i trader con posizioni lunghe potrebbero cominciare a mediare a ribasso acquistare la criptovaluta a prezzi sempre più bassi nella speranza di un’inversione di tendenza che permetta loro di recuperare quanto perso. Questo potrebbe alimentare una parte della tendenza negativa, accelerando la discesa del prezzo all’aggravarsi della perdita e dell’abbandono delle posizioni in acquisto.