Mentre l’Europa cerca di ridurre la propria dipendenza dal petrolio e dal gas russo, il taglio delle forniture coglie ancora impreparata l’eurozona.
Entro il mese di giugno il Ministero della Transizione ecologica potrebbe alzare il livello di crisi del sistema gasiero nazionale.
È il secondo livello di emergenza, che preannuncerebbe la possibilità di misure eccezionali. Preallarme, allarme, emergenza sono i tre livelli a cui l’Italia sembra destinata arrivando fino all’utilizzo degli stoccaggi e al taglio di forniture alle centrali elettriche e alle industrie.
Razionare i consumi sarà una necessità se i flussi nel Nord Stream non verranno ripristinati. Il mondo come lo pensiamo sta certamente per cambiare ancora, in modi difficili da prevedere. Questa volta le dinamiche vertono tutte sulle strategie energetiche, sia per il presente che il futuro. Accelerano gli investimenti nelle energie rinnovabili, cambiano le politiche fiscali tra i Paesi dell’eurozona e si accresce l’intervento dello Stato a sostegno dell’economia.
Aumenta il prezzo del Gas e diminuiscono le forniture; l’Italia vicina al livello di preallarme
Al momento, i dati mostrano una richiesta giornaliera di 155 milioni di metri cubi a fronte di 195 milioni disponibili. Intanto i tagli alle forniture di gas dalla Russia all’Europa hanno fatto salire il prezzo del metano del 43% in una settimana, fino a circa 117 euro.
La mossa della Russia può mettere in difficoltà l’Europa, ostacolando l’accumulo delle riserve e facendo lievitare ancora i prezzi. Se scattasse il livello di allarme, il Ministero della Transizione Ecologica potrebbe imporre al sistema industriale di ridurre i consumi. Tutto già previsto in base alle misure di contenimento volontario della domanda da parte dei clienti finali industriali.
I principali operatori del settore, come Snam ed Eni rimangono in costante monitoraggio; rimane da capire se la diminuzione ai livelli attuali rimarrà stabile nei prossimi giorni o sia destinata ad arrivare a nuovi minimi.
A fronte di una richiesta giornaliera di gas da parte di Eni di circa 63 mln di metri cubi, Gazprom ha ridotto le forniture del 50%. Mentre la settimana scorsa il portavoce del Cremlino ha affermato che le riduzioni dell’offerta non sono state premeditate e sono legate a problemi di manutenzione, Mosca ha affermato che ulteriori ritardi nelle riparazioni potrebbero portare alla sospensione di tutti i flussi. L’Italia punta a riempire le sue riserve attualmente vicine al 54% fino ad almeno il 90% della capacità in tempo per il prossimo inverno.