Il divorzio interessa alla guardia di finanza: scattano controlli inaspettati! Ecco come essere in regola, e quali errori non compiere.
Può passare del tempo dal divorzio, ma quel che è certo è che è e sarà sempre, fonte di interesse e controllo sia da parte dei soggetti presi in causa, che nel corso del tempo dai vari istituti in gioco. In questo caso si pronuncia proprio la Guardia di Finanza, la ragione? Si possono incorrere diversi rischi nella pratica, perché a volte sono gli stessi accertamenti che mettono in luce aspetti inediti ed inaspettati. Se si vuole essere in regola e in pace con sé stessi, va bene finalizzare il provvedimento che in molti casi porta serenità alla coppia e al nucleo familiare, ma in ogni caso bisogna far sì che tutto sia al “suo posto”. Come agire per evitare guai? Con questa guida pratica e veloce, è tutto chiaro, specialmente perché divorziare non deve… stressare!
Se è il matrimonio ad essere fonte di stress e malessere, l’istituto del divorzio non può divenire lo stesso, proprio perché subentra nel momento in cui un rapporto coniugare non “s’ha più da fare”. Per cui va bene concludere la pratica, ma bisogna porre in essere le dovute accortezze, prestando attenzione ad alcuni aspetti che alle volte possono causare non pochi problemi proprio al vaglio della Guardia di Finanza. Con lo scopo di tutelare interessi finanziari e fiscali, senza dimenticare l’ordine e l’impedimento di qualsiasi trasgressione alla legge, c’è qualcosa che in tema “divorzio” sfugge e crea molte più criticità del previsto.
Si tratta di punire i “furbetti” i quali avranno sempre meno spazio d’azione. Infatti, al fianco dei giudici, si inseriscono anche gli ufficiali, per cui è letteralmente impossibile fare “giochetti fiscali vantaggiosi”. Attorno a questa vicenda però, l’aspetto più preoccupante è che molti di queste complicanze sono inaspettate, poiché molti contribuenti non sanno di essere in errore. Attenzione a questi dettagli, fanno la differenza che si chiama… fonte di guai!
Cosa significa tutto questo? Che gli ufficiali della Guardia di Finanza possono in materia divorzio intervenire anche laddove giudici ed avvocati non avevano legittimità a controllare. Quindi, qualsiasi aspetto fiscale e finanziario passa dal loro “via libera”, e non può essere assolutamente nascosto! Con il nuovo sistema non si può mentire più in nessun caso, diviene quasi impossibile. Dal 2022 secondo i dati ISTAT sono circa 189.140 i matrimoni in media, e rispetto ai dieci anni precedenti c’è una riduzione importante. Ma i divorzi non diminuiscono, e questo non è che un campanello d’allarme perché ci sono più possibilità di esser caduti in… trappola!
Va bene il divorzio, ma senza bugie, perché la Guardia di Finanza si accorge di tutto! La disciplina della materia si era già inasprita in seguito all’emanazione della Legge Cartabia, la quale conferisce molto peso alla parola dei figli sul rapporto dei genitori. Riprendendo i dati alla mano, è vero che sono diminuiti i matrimoni, ma i divorzi no, anzi si stima una somma di 82.596, rispetto ai 51.319 del 2012. Una strage di disunioni che la dice lunga sulla natura dei rapporti umani.
Che siano complessi, non ci sono dubbi. Restare uniti sembra essere sempre più difficile, si riconosce che c’è qualcosa che non va a livello di educazione relazionale e dei sentimenti. Poiché se c’è un divorzio, vuol dire che ce ne sono le ragioni, e molte di queste sono portatrici di discriminazioni e violenze che in un clima in cui si pone maggiore attenzione al tema, non ci sarebbero state. Cosa può fare la Guardia di Finanza?
Può accedere alle banche dati personali e fare tutti gli accertamenti possibili in materia patrimoniale. Tutto è trasparente, non ci possono essere trasferimenti esteri nascosti, nemmeno occultare capitali o mentire sull’intero patrimonio. Neanche prima lo si poteva fare, ma adesso è del tutto impossibile nascondere ciò grazie a questo aumento del potere e alla collaborazione che gli ufficiali possono intercorrere con giudici ed avvocati. Troppi occhi puntati per dire bugie. Se queste ultime hanno funzionato per tanto tempo in un matrimonio di lunga data, la stessa condizione non può verificarsi nel post con il divorzio.
La collaborazione tra fiamme gialle e toghe entra in piena azione nel Tribunale di Milano che si è fatto portatore della novità. Niente però esclude che questa modalità di gestione non possa essere applicata anche nel resto della Penisola. Ma non finisce qui, perché la presidente della nona sezione Anna Cattaneo e l’avvocata Giulia Sapi hanno posto un nuovo regolamento che modifica del tutto la gestione dell’istituto quando si è in Tribunale. Niente insulti, discussioni e gesti fra le parti che possano anche solo di poco allungare i tempi durante le udienze. Infine, anche il dress code diventa un requisito fondamentale per essere in regola nelle sedi di dibattimento.
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