Il decreto che cancella una trattenuta in busta paga e porta più soldi a milioni di italiani (non a tutti)

Qualcosa nella tua busta paga di fine anno potrebbe cambiare per sempre. Stiamo parlando di una novità che riguarda milioni di italiani, e che rischia di passare inosservata nonostante il suo impatto immediato.

Un dettaglio che, a prima vista, sembra solo burocratico, ma che in realtà ha a che fare con la tua quotidianità. Una decisione ufficiale, già nero su bianco, che porta con sé più di un semplice vantaggio fiscale. C’è qualcosa, però, che devi sapere prima di gioire. Non tutti potranno beneficiarne.

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Il decreto che cancella una trattenuta in busta paga e porta più soldi a milioni di italiani-trading.it

Immagina di arrivare a dicembre, aprire la tua busta paga o controllare il cedolino della pensione, e notare che manca una voce abituale: quella legata all’acconto Irpef per l’anno successivo. Non si tratta di un errore, ma di una novità ufficiale approvata dal Consiglio dei Ministri, con l’obiettivo di rendere più equo il sistema fiscale per una specifica fascia di contribuenti.

Questo cambiamento nasce da un’esigenza concreta: allineare le norme introdotte con la riforma Irpef del 2023 e la Legge di Bilancio 2025, che ha reso permanenti le nuove aliquote. A fare chiarezza è stato il viceministro dell’Economia Maurizio Leo, attraverso un decreto che elimina l’obbligo di versare anticipi Irpef per alcune categorie.

Acconto Irpef azzerato nel 2025: chi ne beneficia

La novità riguarda lavoratori dipendenti e pensionati che non percepiscono altri redditi imponibili. In concreto, questo significa che il beneficio si applica esclusivamente a chi riceve solo lo stipendio o la pensione, senza altre fonti di reddito soggette a tassazione..

Banconote e calcolatrice
Acconto Irpef azzerato nel 2025: chi ne beneficia-trading.it

Facciamo qualche esempio per chiarire meglio. Rientrano nel nuovo meccanismo un impiegato a tempo pieno che lavora per un’azienda senza avere altri introiti, oppure una pensionata che percepisce solo la pensione Inps e non affitta immobili né possiede investimenti produttivi di reddito. Anche un operaio che incassa solo la busta paga mensile e non svolge attività extra, rientra tra i beneficiari.

Restano invece esclusi tutti coloro che, pur avendo un reddito da lavoro o da pensione, dispongono anche di entrate aggiuntive. Ad esempio, un docente che affitta una casa e percepisce un canone, oppure un pensionato che ha investimenti da cui derivano interessi o dividendi, non potranno beneficiare dell’esenzione. Lo stesso vale per un dipendente che, oltre allo stipendio, lavora occasionalmente come freelance o consulente.

In questi casi, la presenza di redditi ulteriori comporta comunque l’obbligo di versare l’acconto Irpef secondo le regole ordinarie. È sufficiente anche una sola entrata extra, che sia da affitto, prestazione occasionale o capitale, perché il contribuente venga escluso dal provvedimento.

Per chi invece rientra nei requisiti, la differenza è immediata: a fine anno non ci sarà la consueta trattenuta dell’acconto Irpef relativo al 2025. Se prendiamo l’esempio di un lavoratore con reddito lordo annuo di 30.000 euro, che paga circa 5.200 euro di Irpef, normalmente si vedrebbe anticipare circa 2.080 euro (il 40%) in due rate. Con questa misura, l’importo si azzera, e quei soldi restano nel portafoglio del contribuente.

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