Quando il costo dell’energia s’impenna inevitabilmente produce effetti a catena. L’Unione nazionale dei consumatori ha individuato 40 prodotti rincarati.
Come era prevedibile con l’aumento dei costi dell’energia si è prodotto un effetto a catena, che ha interessato tutti i settori produttivi. Ad influire negativamente sull’aumento dei prezzi dei generi di prima necessità c’è anche il tasso di inflazione alle stelle.
In base alle stime dei Codacons, attualmente la spesa di una famiglia tipo per i consumi energetici ha raggiungo circa i 1.800 euro all’anno. Si tratta di un valore maggiorato di 660 euro rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Il costo dell’energia elettrica è quadruplicata provocando pesanti rincari sul olio, burro e riso. Ma questi sono solo alcuni dei 40 prodotti individuati dall’Unione nazionale dei consumatori, che ha segnalato le percentuali di rincaro di ogni singolo prodotto.
Il costo dell’energia s’impenna e schiaccia le famiglie italiane
L’inflazione continua a far aumentare i prezzi relativi ai consumi di energia elettrica e non solo. Uno dei settori più energivori, ovvero quello dell’aviazione, ha fatto registrare nell’ultimo anno un aumento dei prezzi record. I biglietti dei voli internazionali nell’ultimo anno hanno fatto registrare un +132%.
Ma purtroppo non sono solo i bigliettini dei voli ad aumentare.
Anche nel carrello della spesa le cose non vanno bene, con alcuni generi di prima necessità, come burro e riso. Sono oltre 40 i prodotti più colpiti dall’inflazione, tanto da svuotare i carrelli e appesantire il conto.
Per quanto invece riguarda l’energia del mercato libero, questo ha raggiunto i suoi massimi. Non a caso il prezzo nell’ultimo anno è quadruplicato, rispetto ad ottobre 2021.
Nella top 40, stilata dall’Unione nazionale dei consumatori, sale il prezzo dell’olio. Ma non ci stiamo riferendo a quello d’oliva, bensì a quello di semi, che nell’ultimo anno ha visto lievitare esponenzialmente il suo valore di mercato. I dati raccolti dall’ Unione Nazionale dei consumatori parlano di un +56%, rappresentando l’alimentare che ha subito l’aumento maggiore.
Ma quando il costo dell’energia s’impenna colpisce tutti i prodotti. Di fatto, non è da meno il burro, che nell’ultimo anno ha visto aumentare il suo valore di mercato del +42,9%, seguito dallo zucchero che ha subito un rincaro del 35,9%, rispetto ad ottobre 2021, e il riso di 30,6%.
In realtà, secondo i dati riportati dall’Unione Nazionale dei consumatori, se si amplia il raggio di ricerca facendo un giro tra le corsie dei supermercati è davvero difficile trovare un prodotto che non abbia subito un incremento di prezzo, rispetto allo stesso periodo del 2021.
Non a caso, l’aumento del tasso di inflazione e il caro energia hanno colpito anche uno dei beni primari dell’alimentazione mediterranea e italiana: il pane. Nell’ultimo anno l’alimento ha infatti visto lievitare i suoi prezzi di un 15,9%.
Lo stesso discorso riguarda anche il latte conservato che, rispetto alla 2021, oggi ha un valore di mercato del +29,4%.
Ecco altri prodotti che hanno subito un considerevole aumento di prezzo rispetto ad ottobre 2021:
- Margarina +28,2%;
- Vegetali freschi +25,1%;
- Farina +23,7%;
- Pasta fresca, secca e preparati di pane +22,5%;
- Uova e latte fresco parzialmente scremato +13,5%.