Cosa faresti se ti dicessero che c’è un modo per raddoppiare i tuoi soldi con una certezza matematica? Senza rischi, senza scommesse. Emilio ci ha creduto davvero, al punto da volerci investire centomila euro.
C’è qualcosa che tutti noi parliamo quando mettiamo da parte dei soldi: sicurezza. E quando hai una somma importante, come centomila euro, la voglia di “non sbagliare” è ancora più forte. Emilio lo sa bene.

È una persona prudente, non si lascia sedurre dal trading online o dai “rendimenti a due cifre” promessi su internet. Lui vuole certezze, nero su bianco. E ha posto una sola condizione: vuole raddoppiare il capitale . Ma senza formule complicate, grafici incomprensibili o scenari ipotetici. Ha chiesto solo una cosa: “Quanto mi tornano in tasca tra vent’anni, netti e garantiti?”
La sua attenzione si è fermata su due strumenti. Da un lato, un BTP a lunga scadenza con un prezzo interessante. Dall’altro, un Buono fruttifero postale che fa della semplicità e della certezza la sua bandiera. Entrambi sembrano promettenti. Ma solo uno dei due può dargli il raddoppio sicuro che cerca.
Emilio e il BTP 1.5-01AP45: un’occasione o un’illusione?
Emilio ha messo gli occhi sul BTP 1.5-01AP45 , un titolo con scadenza nel 2045, prezzo attuale intorno ai 63 euro e un rendimento netto annuo del 4,03% . In apparenza, un affare: lo compri a sconto e ti ripagano a 100. Ma facendo i conti con la calcolatrice, la storia cambia.

Con un investimento iniziale di 100.000 euro, Emilio potrebbe acquistare circa 1.584 titoli, considerando il prezzo di 63,12 euro per ciascuno. Alla scadenza, riceverebbe 158.400 euro come rimborso del capitale (valore nominale dei titoli), e nel frattempo incasserebbe ogni anno circa 1.500 euro lordi in cedole, ovvero 1.260 euro netti. Su 20 anni, le cedole nette totali ammonterebbero a 25.200 euro. Sommando capitale rimborsato e cedole nette, il totale arriva a circa 183.600 euro.
Certo, non malaccio. Ma non è un raddoppio. E quel numero magico, 200.000 euro netti , resta fuori portata. Inoltre, c’è un altro elemento da considerare: la durata modificata. Con i suoi 15,71, il BTP è molto sensibile ai tassi d’interesse. Se Emilio dovesse cambiare idea e vendere prima del 2045, il rischio di perdere valore c’è, eccome.
Il Buono postale a 20 anni: il piano di Emilio per dormire sonni tranquilli
Il secondo strumento su cui Emilio ha posato lo sguardo è molto meno chiacchierato, ma molto più solido: il Buono fruttifero postale a 20 anni. Zero fluttuazioni di prezzo, niente stress da mercato, rendimento certo e crescente nel tempo. La sua scelta è caduta su quello che oggi offre un rendimento netto garantito del 3% annuo, con rivalutazioni progressive ogni triennio.
E qui il dato è pulito, chiaro, inequivocabile: se oggi Emilio investe 100.000 euro, tra vent’anni riceverà 170.515,86 euro netti. Senza sorprese, senza commissioni, senza rischio. Tutto questo al netto della plusvalenza, che in questo caso non si applica, e con tassazione agevolata.
Forse non si arriva a 200.000 euro, ma si va vicini. E a differenza del BTP, non ci sono ratei, cedole da gestire o oscillazioni di mercato da monitorare. Inoltre, dopo il primo anno, Emilio potrà riscattare anche solo una parte del capitale, portandosi via gli interessi maturati fino a quel momento. Una flessibilità che il BTP non gli darebbe mai.
Ora Emilio ha davanti a sé una verità difficile da ignorare: il raddoppio certo del capitale è possibile solo a determinate condizioni. E il Buono postale ventennale le soddisfa quasi tutte, senza interferenze.