Non solo sacrifici, ma anche benefici per le donne che possono accedere al bonus contributi: la misura cambia tutto.
Entrare nel vivo del mondo del lavoro ha dei pregi, ma anche tutta una serie di difetti che mettono decisamente in difficoltà i contribuenti. Si tratta di condizioni di precarietà, e non solo. È bene tenere presente anche tutte quelle situazioni in cui i contratti sono tutto, meno che vantaggiosi. Così, il bonus contributi messo in atto solo per alcune categorie di donne, è un’occasione mai vista prima.
Il mondo del lavoro non è estraneo a criticità, specie per le donne. Le discriminazioni sono all’ordine del giorno, e la possibilità di consolidare la propria carriera e raggiungere il massimo dello sviluppo, non è qualcosa che può essere dato per scontato. La categoria è tra le più vessate dal sistema. Non si tratta soltanto di maschilismo tossico, ma anche di condizioni occupazionali vere e proprie che per le donne possono aggravarsi anche in vista di una gravidanza.
La novità sta nel fatto che mai come adesso si è data la giusta importanza anche a questa tipologia di dipendenti. Dire che il bonus contributi vale oro, significa nel vero senso della parola, considerare un mezzo per la ripresa e le dovute tutele. Ammortizzatori sociali frutto del DDL Lavoro 2024: arrivano le approvazioni tanto attese.
Come già detto, nel contesto sociale sono nella maggior parte dei casi le donne a subire le peggiori conseguenze. La rivoluzione non tocca solo un ambito, ma è un’innovazione del sistema lavorativo di chi ha molteplici necessità. Appunto, le donne possono diventar madri, e con ciò avere un carico di responsabilità che riguarda l’intero contesto familiare, specie se ci sono figli. Condizione frutto di un sistema altamente mascolino, finalmente però si pone una redistribuzione più equa di garanzie.
Si è fatto accenno all’approvazione del DDL Lavoro 2024, e questo ha comportato il bonus in questione. Si tratta di una decontribuzione per le lavoratrici autonome o con partite IVA. È un esonero dei contributi per malattia dei figli o gravidanza per le professioniste. L’emendamento, cioè la modifica di un testo normativo, estende le tutele a questa categoria di lavoratrici se ci sono situazioni di ricovero d’urgenza, malattia grave o se un figlio minore deve essere sottoposto a un’operazione.
È uno sconto riconosciuto nei casi sopracitati, ma ne possono subentrare degli altri. Come quello in cui le donne in questione possono non esser nelle condizioni di svolgere il proprio lavoro a causa di un ricovero ospedaliero d’urgenze per infortunio o malattia della prole o intervento. Modifica approvata l’11 dicembre 2024 ha come obiettivo quella di introdurre dei cambiamenti significativi nei contratti di lavoro ed estendere ammortizzatori sociali per tutti.
La ratio della normativa consta nel soddisfare le esigenze anche di queste lavoratrici, le quali nella maggior parte dei casi vivono uno stile di vita poco tutelato se entrassero in gioco i casi citati. Ma come funziona l’esonero? È temporaneo e non avviene in automatico, ma mediante una domanda fatta all’INPS o alla cassa previdenziale di appartenenza. Le regole da far rispettare saranno poi emanate in un decreto ad hoc.
Quali documenti servono? Un copia dei mandati professionali dei clienti, e una certificazione medica entro il 15esimo giorno dopo il parto o dall’interruzione della gravidanza. Ma se si tratta di malattia della prole, bisogna ottenere dalla struttura sanitaria che si occupa del ricovero, la documentazione che lo attesti. Questa entro sempre il 15esimo giorno di dimissione del figlio minorenne.
Quanto aspettare? L’esonero entrerà in vigore con le sue tutele a partire dal 2025, dopo la pubblicazione del Decreto ad hoc per il suo avvio.
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