Vediamo quali sono le componenti e le caratteristiche di una metodologia che aiuta il trader ad analizzare e prevedere i movimenti di prezzo.
L’indicatore Ichimoku Kinko Hyo (o semplicemente “Ichimoku”) nasce in Giappone negli anni ’30 del Novecento, poco prima della Seconda Guerra Mondiale. Può essere definito come un sistema di analisi del mercato composto da un insieme di medie mobili, calcolate su differenti configurazioni del prezzo di mercato. La caratteristica maggiormente conosciuta di Ichimoku è costituita dalle cosiddette “nuvole” che vengono raffigurate nel grafico dei prezzi e che rappresentano delle aree di supporto o resistenza più ampie rispetto al singolo livello di prezzo utilizzato nell’analisi tecnica classica.
La traduzione italiana dell’espressione “Ichimoku Kinko Hyo” è “equilibrio dei prezzi a colpo d’occhio”. Questo lascia intendere come l’ideatore di questo indicatore abbia voluto costruire un sistema in grado di consentire al trader di individuare immediatamente l’esistenza di una situazione di equilibrio o squilibrio del mercato.
Ichimoku, pur essendo definito comunemente come indicatore, rappresenta in realtà un sistema formato da cinque diverse componenti che devono essere utilizzate di concerto per poter comprendere il movimento dei prezzi ed effettuare congetture circa il probabile sviluppo futuro.
Questa metodologia di analisi dei mercati finanziari è stata ideata e sviluppata dal giornalista giapponese Goichi Hosoda, prima della Seconda Guerra Mondiale, avvalendosi dell’aiuto di alcuni studenti durante la fase di simulazione e sperimentazione del sistema. Hosoda era noto anche con lo pseudonimo di “Ichimoku Sanjin”, che può essere tradotto in lingua italiana come “quello che vede un uomo dalla montagna”: da qui l’origine del nome dell’indicatore.
La versione definitiva di Ichimoku è stata rilasciata al pubblico nel 1968, ma il suo utilizzo si è diffuso nel mondo occidentale soltanto nei primi anni Duemila.
Come si può notare dal grafico, l’indicatore Ichimoku è composto da 5 linee che andiamo ad analizzare nel dettaglio, prendendo in considerazione il settaggio originale previsto dall’ideatore e ritenuto ad oggi ancora valido.
La “nuvola” di Ichimoku (definita anche “Ichimoku cloud” in inglese o “Kumo” in giapponese) è l’area compresa tra la Senkou Span A e la Senkou Span B. Viene considerata come l’elemento più significativo di questo sistema.
Fornisce un’importante indicazione circa probabili supporti e resistenze del futuro. Non si tratta di singoli punti di resistenza o supporto, come quelli solitamente utilizzati nell’analisi tecnica classica, ma di intere aree la cui ampiezza varia in base al movimento dei prezzi. Questa area rappresenta una resistenza o supporto tanto più forte quanto più è estesa (e viceversa).
La Kumo ha anche un ruolo molto importante nell’individuazione del trend. Essendo composta da due medie mobili, quando i prezzi si trovano al di sopra della Kumo, il trend è rialzista e, dunque, può essere conveniente operare a favore dello stesso. Viceversa, quando i prezzi si muovono al di sotto della nuvola, il trend è ribassista. Da ciò deriva che anche il momento del breakout della nuvola da parte dei prezzi può essere considerato un segnale significativo di acquisto, in caso di rottura al rialzo, o di vendita, in caso di rottura al ribasso.
Un altro importante segnale che la Kumo può fornirci è il cosiddetto Kumo Twist, ovvero l’incrocio tra le due medie mobili che compongono la nuvola. Quando la media più veloce (Senkou Span A) incrocia al rialzo la media più lenta (Senkou Span B) si ha un segnale rialzista; al contrario, quando la media veloce taglia al ribasso la media lenta abbiamo un segnale ribassista.
Anche le altre componenti di Ichimoku possono fornire utili indicazioni sul futuro andamento dei prezzi.
Se la Tenkan Sen incrocia al rialzo la Kijun Sen potrebbe esserci un movimento al rialzo dei prezzi e viceversa.
Altro elemento da considerare è la distanza tra le due medie appena citate in situazione di trend particolarmente forte: quando tale differenza diventa particolarmente accentuata vuol dire che vi è una situazione di eccesso del mercato e ciò potrebbe anticipare un’inversione del trend (come accaduto in corrispondenza del minimo del grafico mostrato sopra).
Rilevante può essere anche il breakout al rialzo o al ribasso della Kijun Sen da parte dei prezzi, in quanto questo potrebbe preludere a una continuazione del movimento nella stessa direzione in cui avviene la rottura.
Va detto che Ichimoku è un sistema già completo di per sè e che potrebbe tranquillamente essere utilizzato senza l’aggiunta di ulteriori strumenti. Il consiglio, al riguardo, è proprio quello di evitare di riempire il grafico di troppi indicatori, le cui informazioni potrebbero determinare confusione nelle idee operative del trader.
È possibile, comunque, abbinare ad Ichimoku l’indicatore RSI (Relative Strenght Index) a 5 periodi, che consente di individuare con buona precisione le fasi di ipervenduto e ipercomprato del mercato, ma anche di rivelare la forza del trend in corso.
Può essere utilizzato con Ichimoku anche il Canale di Donchian, che ha la funzione di individuare un intervallo nell’ambito del quale i prezzi hanno oscillato nell’arco di un determinato numero di periodi precedenti. Questo canale viene, infatti, determinato sulla base del massimo e del minimo toccati dal prezzo nel corso di un determinato periodo di osservazione (ad esempio, 20 giorni).
Punto di riferimento in Italia per quanto riguarda l’utilizzo di questa metodologia è Corrado Rondelli con le sue due opere “Strategie di trading con l’indicatore Ichimoku Kinko Hyo” e “Ichimoku Kinko Hyo: operatività sui mercati”.
Altra fonte sicuramente valida al riguardo è il libro “Ichimoku: tecniche approfondite per un trading profittevole senza stress” di Karen Peloille.
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