I pensionati perdono tra i 3 e i 7 anni di assegni: dura stangata INPS

Una pessima notizia per i pensionati. Dovranno scavare nei loro risparmi, la perdita è consistente: l’INPS conferma tutto

Una delle categorie di popolazione più in difficoltà dal punto di vista economico è quella dei pensionati. Chi non lavora più e quindi non percepisce lo stipendio, infatti, vive grazie al cedolino erogato dall’INPS o dalla propria cassa di riferimento, a seconda del lavoro svolto. Sebbene le pensioni vengano regolarmente riviste sulla base dell’inflazione e del costo della vita, secondo molti anziani gli importi non sono sufficienti.

Una stangata per i pensionati
Una stangata per i pensionati: perdono anni di assegni (trading.it)

Se ci si pensa, infatti, il periodo della pensione è quello della vita in cui, sebbene non si dovrebbero avere pesi economici come il mutuo o una famiglia da crescere, possono esserci spese impreviste anche importanti. Pensiamo a quelle riferibili alla salute, quindi le visite specialistiche o le terapie: in quest’ambito, soprattutto se ci si muove nel privato, si va di 100 euro in 100 euro. A peggiorare il tutto, poi, quest’ultim’ora: che perdita!

Addio agli assegni, l’INPS non nega

Nei prossimi anni, la direzione è quella di un severo inasprimento dei requisiti d’accesso per la pensione: già ora, però, è innegabile che per molti lavoratori l’accesso al tanto atteso periodo di riposo non si paleserà prima del 70esimo compleanno, fatto che preoccupa e non poco chi, a 55 o 60 anni, ha davanti ancora più di 10 anni di lavoro. La prima forma pensionistica prevista dal sistema contributivo è la anticipata contributiva, che prevede come requisiti i 64 anni d’età e 20 anni di contributi versati: in questo caso, tutti gli uomini e le donne senza figli devono raggiungere un importo pari ad almeno 3 volte l’assegno sociale. In caso di figli, invece, le donne con un figlio devono raggiungere 2,8 l’importo dell’assegno, quelle con più di due figli almeno 2,6 volte.

Una stangata per i pensionati
Una stangata per i pensionati: perdono anni di assegni (trading.it)

La seconda forma, invece, è quella ordinaria prevede almeno 67 anni di età, 20 anni di contributi versati e un trattamento non inferiore all’importo dell’assegno sociale. C’è poi la terza via, che non si applica a chi ha iniziato a lavorare prima del 1995 e prevede 71 anni di età e 5 anni di contributi.

In tutti e tre i casi, quindi, ipotizzando un lavoratore di 64 anni con 20 anni di contributi, nel caso in cui non abbia una pensione da 2,6, 2,8 o 3 volte superiore l’assegno sociale non ci può andare in pensione, quindi deve attendere i 67 anni per la pensione di vecchiaia. Anche in questo caso, però, deve arrivare ad almeno 534 euro al mese, altrimenti non può andarci neanche in questa situazione: di fatto, quindi, in attesa di tutti i requisiti si vanno a perdere anni di assegni, nonché di riposo e di tempo per sé.

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