I mercati crollano, gli analisti parlano: Giuseppe osserva i cicli e anticipa il futuro grazie alla memoria del passato

E se ti dicessi che c’è chi riesce ancora a tenere il sangue freddo mentre tutti rincorrono le mode del momento? Cosa spinge una persona a fidarsi più dei numeri del passato che delle emozioni del presente?

E se questa scelta, all’apparenza fuori dal tempo, avesse invece una logica precisa, persino rassicurante? Dentro un mondo frenetico fatto di trend e titoli a effetto, c’è chi scommette sulla memoria dei mercati. E forse, dopotutto, non ha tutti i torti. Perché il passato, anche se sembra dormire, ha il brutto vizio di ripresentarsi. E chi lo conosce bene, può permettersi il lusso di aspettare.

Grafici dei mercati
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Giuseppe non è uno qualunque. È uno di quelli che non corre. Che non alza la voce. Che quando gli altri guardano avanti con ansia, lui preferisce voltarsi indietro, a cercare tracce già lasciate. Ha un’idea che gli frulla in testa da tempo, e che molti trovano fuori luogo: la storia si ripete, anche nei mercati. Anzi, soprattutto lì. A guidarlo non sono sensazioni o previsioni campate in aria, ma qualcosa di più solido. Dati, numeri, cicli economici. In una parola, la memoria.

Il suo punto di partenza è un concetto antico ma potentissimo: i corsi e ricorsi storici di Giambattista Vico. Un’idea tanto affascinante quanto ignorata oggi, eppure, per Giuseppe, è diventata un principio guida. Perché se da oltre 120 anni i mercati fanno su e giù con uno schema che si ripete, forse non serve inventare nulla di nuovo. Basta restare calmi, osservare e riconoscere i segnali.

E allora Giuseppe si isola, sì, ma non per snobbare gli altri. Lo fa per capire meglio. Per tenere il polso della situazione in mezzo a una tempesta di emozioni e previsioni urlate. La sua scommessa è semplice: se il passato è stato coerente, allora ha senso aspettarsi che lo sarà ancora.

Quando i numeri parlano: 120 anni di cicli sui mercati

Parlare di mercati finanziari senza guardare alla loro storia è come provare a leggere un libro partendo dal capitolo finale. Giuseppe lo sa bene e parte da lontano, precisamente dal 1898. In oltre un secolo di dati, i rialzi sono stati più lunghi dei ribassi, ma questi ultimi non sono mai mancati. I cicli si alternano, come le stagioni: l’importante è saperli riconoscere e rispettare.

Grafi dei mercati e cicli
Quando i numeri parlano: 120 anni di cicli sui mercati-trading.it

Mediamente, i periodi di crescita sono durati quasi cinque anni, mentre i ribassi si sono protratti per circa un anno e mezzo. In altre parole, la discesa è rapida, il recupero graduale. Ma sempre presente. E chi ha avuto la pazienza di aspettare, è stato premiato.

Basta guardare un investimento di centomila euro sul Dow Jones: dal 2003 al 2025, sono diventati 459.200 euro. Dal minimo del 2003 al picco del 2007, il rendimento è stato interessante. Un balzo che, in soli quattro anni, ha fatto registrare un guadagno di circa 70%. Poi, il tonfo: tra ottobre 2007 e marzo 2009, i mercati sono crollati, perdendo più del 50%. Ma dal 2009 in poi, si è aperta una fase di crescita decennale: tra il 2003 e il 2014, chi era rimasto investito ha visto il suo capitale aumentare del 113%. Dai minini del 2009 al 2014 il rialzo è stato del 333,6%. Dai minimi del 2009 ai massimi del 2025 il rialzo è stato del 996,2%.

E non è finita qui. Dal minimo del 2020 (dopo il crollo lampo dovuto alla pandemia) fino a marzo 2025, il Dow Jones ha continuato a salire, segnando un ulteriore +147%, dimostrando ancora una volta quanto i mercati abbiano la capacità di rigenerarsi, anche dopo gli shock più profondi.

L’altra faccia della medaglia: cosa succede quando si punta sul “sicuro”

Giuseppe non si è fatto mancare nulla: oltre alle azioni, ha guardato anche ai BTP, strumenti considerati da molti più “tranquilli”. E i numeri parlano chiaro. Dal 2003 ad oggi, investire 100.000 euro in BTP ha portato a un guadagno complessivo di circa 45.000 euro. Meno brillante è il dato dal 2015 ad oggi, periodo in cui, con tassi d’interesse bassissimi, lo stesso investimento ha reso appena 7.000 euro. Infatti, in quegli anni i tassi di interesse sono rimasti per molto tempo quasi a zero.

Persona che analizza i mercati e le serie storiche
L’altra faccia della medaglia: cosa succede quando si punta sul “sicuro”-trading.it

In confronto, chi nello stesso periodo ha lasciato i soldi sul Dow Jones ha visto cifre molto più consistenti, in alcuni casi stellari. E anche se ci sono stati crolli, da aprile 2000 a marzo 2003, dal 2007 al 2009, da gennaio 2021 a marzo 2022, la costante è una: dopo ogni caduta, è arrivato un nuovo rialzo. Anche durante il panico da Covid, tra marzo e aprile 2020, il ribasso è stato violento ma brevissimo, e ha lasciato spazio a uno dei rally più rapidi della storia recente.

Per Giuseppe, tutto questo non è casuale. È l’ennesima conferma di una regola silenziosa, ma efficace: chi guarda al passato con attenzione, può orientarsi nel futuro con meno paura. E non è tanto questione di intelligenza, quanto di metodo e memoria. In un’epoca dove tutti cercano la novità, lui preferisce restare fedele a ciò che funziona da sempre.

C’è un modo giusto di investire? Forse no. Ma c’è un modo più sereno: quello che permette di non perdere la bussola anche quando tutto sembra sfuggire di mano.

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