Rimborsi per il denaro investito nell’istruzione dei figli: novità in materia per i cittadini, quali saranno i nuovi diritti a cui poter appellarsi
Arrivano novità sul piano istruzione. Il Consiglio di Stato ha deciso di promuovere un rimborso sulle spese relative all’istruzione dei figli: le famiglie che si sono ritrovati a pagare di più inconsapevolmente, adesso potranno far appello alla legge e vedersi restituito il denaro. Come sappiamo la scuola pubblica è un diritto di tutti, fino alle superiori.
Successivamente è l’individuo maggiorenne a decidere se voler proseguire gli studi o no, in generale, lo Stato permette di continuare a studiare con una triennale e una magistrale o un master. Per dare la possibilità di studiare all’università, quest’ultima permette di azzerare le tasse nei casi in cui l’isee familiare fosse molto basso, facendo salire poi il prezzo in modo scaglionato: da piccole cifre, fino alla retta completa per chi ha isee alti. Tutti gli istituti però devono seguire dei limiti ben precisi per quanto riguarda i prezzi delle rette.
Le tasse universitarie infatti cambiano da istituto a istituto ma sempre entro un determinato range. Quindi quando in Italia si dice che l’istruzione è accessibile in quanto diritto di tutti è più o meno vero, ma alcune scuole non sono state alle regole. Quando una famiglia ha la sensazione di pagare troppo l’istruzione, probabilmente ha infatti un’intuizione giusta. Una ricerca ha permesso al Consiglio di Stato di rilevare alcune discordanze tra rette pagate dalle famiglie e limiti imposti dalla legge. Adesso le famiglie potranno essere rimborsate.
Come stabilito dal Consiglio di Stato, quando gli Atenei non rispettano le regole fissate dalla normativa in merito alla quantificazione delle tasse universitarie, hanno l’obbligo di restituire quanto versato in più dagli studenti. È quanto successo all’Università di Torino. Colpevole secondo il CdS di aver chiesto una cifra più alta di tasse e contributi rispetto a quella consentita dalla legge.
C’è un limite oltre cui gli Atenei non possono andare: è consentito chiedere contributi agli iscritti nel limite del 20% di quanto già erogato dal Fondo di Finanziamento Ordinario. Quando è stato reso noto che l’Università di Torino aveva guadagnato molti di più dalle tasse degli studenti rispetto a quanto avrebbe potuto, il Tar del Piemonte aveva comunque difeso l’istituto.
Il Consiglio di Stato è invece intervenuto obbligando l’Università a restituire i 39 milioni di euro percepiti in più nell’anno 2018. La giurisprudenza quindi sarà adesso più attenta a far rispettare la legge dei limiti di tassazione sugli studenti in tutta Italia. L’Università di Torino ha comunque annunciato che sulla sentenza del Consiglio di Stato sono in corso i dovuti approfondimenti. Ma nel frattempo ha attacca lo Stato facendo notare che negli ultimi 10 anni c’è stato un incremento notevole di iscrizioni a cui non è seguito un adeguato incremento dei finanziamenti ministeriali.
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