Nuova faida socio-economica nella guerra tra “poveri” del mondo di oggi: i bonus figli senza ISEE sono un’occasione o un tentativo di diseguaglianza sociale mal riposto?
Di tentativi atti a ripristinare il potere d’acquisto dei cittadini ne sono stati posti diversi, ma nessun altro come questo, sta scatenando il panico fin dalle prime battute. I bonus figli senza ISEE sono un’occasione di risparmio, ma molti sono contrariati dal fatto che spesso con iniziative del genere, ci siano delle eccessive garanzie per alcuni, e per altri no. Non si tratta solo di contestazioni tra chi ha figli e chi no, ma colpiscono diverse categorie sociali. Succederà ancora?
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L’iniziativa parte dalla Legge di Bilancio 2025 che modifica aspetti economico-sociali d’importanza. La famiglie hanno dalla loro un supporto economico d’impatto, legato alle spese scolastiche. Alleggerire il peso dell’istruzione dal punto di vista finanziario, è una grossa possibilità per i nuclei familiari. Si parla di un’agevolazione fiscale del 19%, una detrazione che può essere applicata fino ad un massimo di 1000 euro a studente. Vale per tutti gli ordini e gradi d’istruzione.
La modifica della normativa pone un aumento dell’importo da 152 euro a 190 euro, determinando un impatto potente sull’IRPEF. Ma anche in questo caso ci si domanda se ci siano grosse contestazioni in gioco. Ci sono benefici “discriminatori” per qualcuno?
Più soldi per alcune famiglie: i bonus figli senza ISEE, come ottenerli
Come ottimizzare le condizioni di risparmio? Si confermano più soldi per alcune famiglie da parte di questi sussidi. I bonus figli senza ISEE sono una bella possibilità di ripresa, ma si è constatato come per alcuni sia discriminatoria. La strada per ottenerli non è complessa, ma bisogna aver chiari i requisiti e le modalità per farli propri.

Il fatto di porre in essere il Bonus spese scolastiche senza l’ISEE dovrebbe garantire a tutte le famiglie con figli iscritti a scuola di poterne usufruire, al di là del reddito. Per molti però sarebbe l’ennesimo smacco ai più poveri. Chi non ha problemi finanziari, poiché gode di stabilità, perché dovrebbe goderne? Inoltre, c’è una grossa falla in questa misura: è questa a provocare le peggiori contestazioni. Parte da qui il fulcro della contestazione. La misura però aveva promesse “nobili”, cioè garantire il massimo a più persone possibili.
Per ottenerlo basta indicare gli importi spesi nella Dichiarazione dei redditi su Modello 730 nella sezione “Oneri e spese”. Non serve inoltrare altra domanda separata. Importante è conservare le ricevute delle spese che devono avere nome e cognome dello studente, quello della scuola, e la causale di pagamento effettuato in maniera tracciabile.
Va bene spendere questi soldi nel servizio della mensa scolastica, o delle gite, tasse per esami di Stato e corsi Extracurricolari. Non sono però detraibili le spese per comprare materiale didattico come libri e quaderni. Ed è questo che fa arrabbiare tutti, i cittadini con figli o no, e anche di chi è di diversa estrazione sociale: perché sono queste le spese maggiori!