Ha perso il 95% in 19 anni ma ora l’obbligazione rende il 40% in 17 mesi: occasione o trappola perfetta?

Un investimento che promette il 40% in 17 mesi può sembrare l’occasione della vita. Ma cosa succede se è legato a una valuta che in meno di vent’anni ha perso il 95% del suo valore? È questa la domanda che si è posto Salvatore prima di muovere un solo euro. E la risposta non è così scontata.

Quando Salvatore si è imbattuto nell’obbligazione Ebrd Tf 14,2% Nv26 Try, qualcosa lo ha colpito subito. Rendimento effettivo lordo del 40,41% e netto del 37,98%, con una duration modificata di appena 0,96 e scadenza a 17 mesi. In apparenza, un affare.

Persona che analizza dati e grafici
Ha perso il 95% in 19 anni ma ora l’obbligazione rende il 40% in 17 mesi: occasione o trappola perfetta?-trading.it

Ma Salvatore, investitore esperto e mai superficiale, ha deciso di non farsi ingolosire subito. Perché se c’è una cosa che ha imparato, è che un rendimento alto può nascondere un rischio ancora più alto.

La prima cosa che ha fatto è stata analizzare il cambio EUR/TRY. E lì, le cose hanno preso una piega diversa.

Il cambio che brucia i rendimenti: storia di una svalutazione

Negli ultimi due decenni, il rapporto tra euro e lira turca ha seguito una traiettoria precisa: verso l’alto, e in modo costante. Nel gennaio 2006, il tasso era di 1,5866. Ad aprile 2025 è arrivato a 44,02. Una svalutazione profonda e strutturale. In media, la lira turca si è svalutata del 18,75% l’anno dal 2006 a oggi.

Banconote in lira turca
Il cambio che brucia i rendimenti: storia di una svalutazione-trading.it

Se guardiamo più da vicino, tra il 2006 e il 2020 il cambio è passato da 1,75 a circa 8,00, con una media annua dell’11,47%. Una svalutazione sì, ma relativamente graduale. Le cose sono cambiate drasticamente dopo il 2020: in appena cinque anni, si è passati da 6,6723 a 43,9933. Un crollo medio annuo del 42,42%, dovuto a politiche monetarie discutibili, inflazione fuori controllo e fiducia del mercato ai minimi storici.

E il futuro? Le proiezioni ipotizzano un cambio EUR/TRY tra 50 e 55 già nel 2026, per arrivare a 90–120 nel 2030 e addirittura 160–250 nel 2035. Le ipotesi di svalutazione annua futura (15–22%) sono coerenti con i dati storici dal 2006 a oggi. Se il trend continua, quei numeri sono plausibili, anche se sempre da considerare come ipotesi e non certezze.

Un rendimento nominale non basta se il valore reale evapora

Investire in un’obbligazione ad alto rendimento può sembrare sensato, finché non si considera l’effetto del cambio. Prendiamo un caso pratico: mettiamo che tu investa 1.000 euro in questa obbligazione in lira turca, con un ritorno del 40% in 17 mesi. Se però in quel periodo il cambio peggiora anche solo del 30%, gran parte di quel guadagno svanisce appena converti in euro.

Il punto è proprio questo: anche un titolo emesso da un’istituzione solida come l’EBRD, con rating altissimo, diventa rischioso se è denominato in una moneta che crolla sotto i piedi. Il rischio valutario è spesso più pericoloso del rischio emittente. Perché agisce lentamente, silenziosamente, e quando ti accorgi del danno, è già troppo tardi.

Salvatore ha fatto bene a fermarsi, a interrogarsi. Ha capito che in questo caso il rendimento elevato era solo una parte del quadro. L’altra parte, quella più nascosta, è che la lira turca non dà alcuna garanzia di stabilità. E a meno di non essere pronti a perdere potere d’acquisto in cambio di un guadagno teorico, forse è meglio pensarci due volte.

E tu, se ti trovassi davanti a un rendimento del 40% in una valuta in caduta libera, cosa faresti?

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