In questi giorni sono state numerose le obbligazioni verdi emesse da società e istituzioni. Ecco il confronto tra i rendimenti delle emissioni di Stato e quelle societarie.
Sono diverse le realtà che vogliono avvantaggiarsi dall’attuale trend delle energie rinnovabili e della riduzione dell’impatto ambientale. L’accelerazione in Italia e in Europa verso la sicurezza energetica e l’indipendenza ha rimesso al centro la necessità di questi investimenti.
Ferrovie dello Stato; una delle aziende rappresentative del Paese ha emesso in questi giorni il suo sesto green bond. L’obbligazione verde ha un valore nominale di 1,1 miliardi di euro con scadenza aprile 2027. FS Italiane dedicherà il finanziamento raccolto attraverso le sottoscrizioni obbligazionarie per la manutenzione delle piste ferrate, il completamento della rete alta velocità nonché l’acquisto di nuovi treni.
Il green bond di FS italiane che risponde ai criteri della Tassonomia UE, ha avuto una domanda superiore ai 2,1 miliardi di euro, la maggioranza da investitori stranieri; in particolare da Germania, Regno Unito e Francia che possono così avvantaggiarsi di un rendimento cedolare fissato al 3,75%.
Il green bond societario di Banco BPM e il BTP green
Un altro green bond societario è quello emesso questo martedì da Banco BPM. L’istituto ha attirato con il titolo ordini per 900 milioni quasi il doppio dell’importo di 500 milioni emesso. Nel dettaglio il titolo presenta una durata di 4 anni, e ha scadenza nel settembre 2026. Il green bond in questione ha una cedola sorprendente e pari al 6% lordo. Il rendimento effettivo ha motivo di crescere considerando l’interconnessione dell’istituto con l’economia italiana e il possibile prossimo peggioramento dell’economia. La cedola vede così una buona giustificazione nell’alto rischio di credito e valutato dalle stesse agenzie di rating come “speculativo”.
Un termine di paragone per valutare rischio e rendimento ottimo delle obbligazioni verdi è il titolo emesso dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. Il Mef ha comunicato oggi i dettagli dell’emissione del nuovo BTP Green.
Il titolo con scadenza 30 aprile 2035 avrà una cedola annua del 4%. Si colloca così all’interno di un rapporto rischio rendimento ideale per chi ha una bassa propensione al rischio e vuole al contempo valorizzare velocemente il capitale. All’operazione di sottoscrizione si è raggiunta una domanda complessiva di 40 miliardi di euro.
Elevata è stata la partecipazione degli investitori con un orizzonte di investimento di lungo periodo, rappresentativi di fondi pensione, assicurazioni, banche centrali e istituzioni governative che hanno acquistato il 19,8% dell’emissione. Il BTP Green ha attirato l’attenzione di investitori provenienti nel complesso da 30 paesi, ma in maggioranza residenti nel Regno Unito che ha pesato per il 24,3% degli acquisti.
Il confronto tra i rendimenti delle obbligazioni verdi e il BTP a 10 anni
Per capire la convenienza rispetto a un titolo analogo il BTP a 10 anni per i timori di recessione e della crisi energetica si è portato a un soffio dal rendimento del 4%. Con lo spread con il Bund decennale sopra i 235 punti base è un momento particolarmente adatto agli investitori che riescono a sfruttarne le variazioni di prezzo; l’attuale benchmark sul mercato, il BTp 1 dicembre 2032 offre un cedola del 2,50% si acquista in questi giorni a una quotazione intorno ai 90 centesimi corrispondente a un rendimento lordo in area 3,95%.
Questo significa che investire 5.000 euro si traduce un esborso effettivo di 4.410 euro. Un ritorno a scadenza assicurato di 590 euro a cui si aggiunge l’interesse cedolare del valore assoluto di 125 euro. Al netto della tassazione del 12,50%, esclusa l’inflazione, incasseremmo un rendimento netto annuale di quasi il 3,60%.