In quello che si preannuncia un anno particolarmente impegnativo dal punto di vista della crescita economica il nuovo governo inizierà il suo mandato con l’onore di traghettare il Paese verso le migliori soluzioni agli attuali problemi.
Ecco i principi chiave e gli obbiettivi su pensioni ed economia del prossimo Governo.
Il primo nodo da sciogliere sarà sicuramente la riforma delle pensioni; questo è stato anche uno dei cavalli di battaglia di una parte di quella che sarà la coalizione di Governo. La proposta che verrà discussa in parlamento sarà molto probabilmente Quota 41.
Allo stato attuale si accede alla pensione anticipata con almeno 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e con 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne. Il costo della misura che ammonterebbe a circa 75 miliardi di euro per i prossimi 10 anni permetterà di accedere alla pensione una volta raggiunti i 41 anni di contributi, per tutti i tipi di lavori.
Quota 41 è da mesi l’ipotesi più apprezzata dalle parti sociali: in pratica la pensiona è realtà con 41 anni di contributi senza un requisito anagrafico. Nel programma di Fratelli d’Italia c’è l’interesse a introdurre un meccanismo di solidarietà intergenerazionale. Questo prevede agevolazioni fiscali per i pensionati over 65 che sostengono oneri per i parenti al di sotto dei 36 anni. Tra questi rientrano le spese sanitarie, istruzione scolastica e universitaria, pratica sportiva dilettantistica, canoni di locazione per uso abitativo e acquisto della prima casa.
Il nuovo Governo è una sfida tutta in salita per Giorgia Meloni.
È evidente come la prima sfida sia tutta in salita per Giorgia Meloni; tuttavia Fratelli d’Italia ha le idee chiare sul fatto che dovrà fare i conti con i limiti delle finanze, frutto della congiuntura economica degli ultimi anni.
Tra le maggiori possibilità in tema economico finanziario una riforma o la totale cancellazione di quello che è oggi il Reddito di cittadinanza. Per chi è in grado di lavorare, dovrebbe essere affiancato un sostegno sotto forma di percorsi di formazione e potenziamento delle politiche attive del lavoro.
A questo può essere affiancato un nuovo modello di ammortizzatori sociali universale per tutti i lavoratori. Un’indennità di disoccupazione per gli autonomi con gli stessi principi dell’indennità prevista per il lavoro dipendente.
Fisco e Flat tax rimangono invece ai margini degli interessi della destra di Giorgia Meloni. Questo in particolare considerando il primo anno di legislatura, forse il più difficile nel quale dovranno essere maggiormente tenuti d’occhio i conti pubblici. La volontà è quella di iniziare un percorso progressivo che iniziando da una Flat tax per le partite iva fino 100 mila euro le estenda successivamente sugli altri tipi di reddito da lavoro. L’ introduzione della Flat tax toccherà anche gli incremento di reddito rispetto alle annualità precedenti e dovrebbe eliminare progressivamente l’Irap.