Gas russo e crisi energetica: cosa nascondono i contratti segreti? Scopriamolo insieme

L’Italia ha introdotto nuove regole per aiutare il proprio sistema di stoccaggio del gas prima dell’inverno, e soprattutto per attutire possibili interruzioni delle forniture russe, mentre il conflitto in Ucraina si intensifica.

Il regolatore dell’energia Arera ha dichiarato, nello scorso aprile, di aver approvato un meccanismo che sostiene i cittadini sui possibili nuovi rincari, avendo il compito di analizzare a fondo i prezzi reali del gas e di limarne il più possibile le pericolose evoluzioni.

La Russia ha tagliato più del 30% del gas

L’Italia, che riceve il 40% delle sue importazioni di gas dalla Russia, sta cercando di riempire il 90% dello spazio di stoccaggio del gas prima dell’inverno per aiutare a far fronte a una minore quantità di gas russo.

Ma i prezzi elevati delle materie prime, esacerbati dalla guerra in Ucraina, hanno scoraggiato gli spedizionieri che acquistano gas.

All’inizio di aprile scorso Arera ha introdotto una serie di incentivi per incoraggiare gli spedizionieri a riempire lo stoccaggio, inclusa l’offerta di 5 euro per megawattora di gas destinato alle riserve.

Con l’intensificarsi della guerra in Ucraina, la preoccupazione riguarda le crescenti interruzione dei flussi di gas russi, che potrebbero lasciare i siti di stoccaggio europei praticamente sguarniti per l’inverno.

Altre misure introdotte da Arera per aiutare il rifornimento includono l’abolizione di una tariffa che i caricatori dovevano pagare per mantenere lo spazio nei siti e la riorganizzazione delle gare di stoccaggio.

Con la nuova disciplina, anche Snam, il cui principale proprietario è l’istituto di credito statale CDP, può acquistare il proprio fabbisogno annuo di circa 700 milioni di metri cubi e immetterlo in stoccaggio.

Snam, che gestisce anche la rete di trasporto del gas in Italia, gestisce oltre il 90% della capacità di stoccaggio, di cui 4,5 miliardi di metri cubi di riserve strategiche. La rete italiana, la seconda più grande d’Europa, è gestita come un’impresa regolamentata.

Secondo Gas Infrastructure Europe, la capacità italiana è attualmente piena al 35% rispetto al 42% dello stesso periodo dell’anno scorso.

Ma nonostante l’impegno di Arera ad arginare i rincari, qualcosa sulle cifre del gas che stiamo pagando, e che da settimane attanagliano le famiglie italiane, non tornano.

Il governo ha ordinato all’Authority dell’Energia, Arera, di acquisire tutti i contratti – finora segreti – firmati dalle compagnie energetiche e di analizzarli. Nel prossimo aggiornamento delle tariffe, quello di luglio, si dovrà dunque tenere conto dei prezzi reali del gas e non solo di quelli finanziari che si formano sulla borsa olandese.

Potrebbero essere diverse le ragioni dei rincari del gas, secondo gli esperti.

  • Mix squilibrato delle fonti di generazione elettrica, quasi totale dipendenza dall’estero per il gas
  • peso assai elevato degli oneri di sistema e delle imposte
  • obbligo di passaggio al mercato libero
  • riforma delle tariffe elettriche per gli utenti domestici
  • morosità crescenti
  • meccanismo di formazione del prezzo sulla Borsa elettrica, etc.

Di fatto, però, queste sono tutte concause preesistenti, su cui fin troppo si concentra l’attenzione della politica, mentre i problemi vanno affrontati alla radice, individuando e rimuovendo le vere cause.

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