Fratelli, sorelle e nipoti hanno diritto ad una parte del patrimonio lasciato dal testatore in caso di successione per testamento oppure la legge lo impedisce? La risposta ad un quesito pratico che non pochi si pongono.
Le questioni concrete in materia di successioni e testamenti non mancano mai e una di queste potrebbe costituire uno spinoso interrogativo per molte persone.
Ai fratelli o sorelle o ai nipoti va assegnata comunque la quota di legittima in ipotesi in cui un familiare scelga la via del testamento? Oppure le regole vigenti indicano una prospettiva differente? Lo scopriremo insieme nel corso di questo articolo, tenendo ben presente la distinzione tra successione legittima e successione con testamento.
Ma vedremo anche in breve cos’è un testamento e che cosa si deve esattamente intendere per quota legittima. I dettagli.
Prima di rispondere al quesito indicato in apertura, ricordiamo in breve che cos’è un testamento e qual è la sua funzione. Spiegare in sintesi di che si tratta non è operazione così complessa: siamo infatti innanzi ad un atto che può essere anche revocato (perdendo così i suoi effetti), grazie al quale una persona che sia capace di intendere e volere – dunque pienamente cosciente del significato e delle conseguenze delle proprie azioni – può disporre liberamente del proprio patrimonio per il tempo in cui non sarà più in vita.
La legge include la possibilità di usare più tipi di testamento, pensiamo a quello olografo, ma anche al testamento pubblico (tramite atto di notaio e due testimoni) e a quello segreto. Interessante ricordare poi che se il testamento è in grado di danneggiare i diritti di un erede legittimario, quest’ultimo potrà aprire un procedimento in tribunale per veder riconosciute e accertate da un giudice le proprie legittime pretese.
Quanto ora diremo è molto utile per chiarire la questione in apertura e per dare una risposta precisa. Ebbene, non dimentichiamo che la legge tutela specifiche categorie di familiari che prendono il nome di legittimari:
In base all’esistenza o meno di questi soggetti alla data della morte, o di alcuni di essi, le norme in materia successoria prevedono i vari casi pratici di distribuzione delle quote di eredità – tenuto altresì conto di eventuali debiti del defunto e di donazioni da lui compiute in vita. In pratica la legge indica:
In altre parole, il testatore è limitato e non può agire in piena libertà: se il testamento danneggia i diritti di un legittimario, quest’ultimo potrà rivolgersi al tribunale per veder riconosciuti i propri diritti.
Veniamo ora ad occuparci direttamente della questione principale. All’inizio ci siamo chiesti se con il defunto che ha fatto testamento, tocca comunque ai fratelli e ai nipoti di esso una parte dell’eredità.
Se c’è il testamento saremo di fronte ad una successione testamentaria, perciò:
La legge infatti è piuttosto chiara a riguardo: il testatore dovrà destinare alcune quote – vale a dire le quote di legittima – ad alcuni familiari detti appunto legittimari. Perciò se c’è testamento, alle sorelle e ai fratelli della persona deceduta non spetta per legge alcuna quota di eredità, e neanche ai nipoti. I fratelli e le sorelle, come anche i nipoti, possono così essere esclusi dall’eredità e non potranno in alcun modo pretenderne una porzione come quota legittima (neanche ricorrendo al tribunale). D’altronde hanno diritto alla quota di legittima solo il coniuge, i figli, i figli naturali e gli ascendenti legittimi.
Mentre se il defunto non ha lasciato testamento, sarà direttamente la legge a indicare a chi ed in quale ammontare spetteranno i beni appartenuti alla persona deceduta. E’ la successione cd. legittima, vale a dire quella in cui sono le norme civilistiche ad individuare gli eredi e le quote di eredità che ad essi sono assegnate.
Concludendo, ricordiamo che è buona regola quella di rivolgersi eventualmente ad uno studio notarile per ricevere una consulenza specializzata in materia di testamenti e muoversi dunque nel pieno rispetto delle regole relative alle successioni. Ciò avrà sicuramente il beneficio di evitare possibili future liti e contenziosi tra eredi, con un oggettivo risparmio di tempo e soldi.
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