La forza lavoro nel nostro Paese registrerà un considerevole declino entro i prossimi 8 anni. Vi sono però isole felici, città come Rimini che si pongono in assoluta controtendenza rispetto alle previsioni.
Specie se andassimo a prendere in considerazione la fascia di popolazione più giovane.
Le indicazioni per l’Italia parlano chiaro, entro il 2030 si attende un preoccupante calo dei potenziali lavoratori, specie tra i 30 e i 63 anni. Città come Rimini, come si diceva, riusciranno a tenere botta, contenendo questi trend negativi.
A darne l’allarme un lavoro del Sole 24 Ore sulle prospettive demografiche teoriche dell’Istat. L’ente ha rivelato le statistiche al 2030 su scala provinciale.
Cosa emerge dalla relazione sul 2030. Circa – 1,98 milioni di abitanti in età attiva dai 15 ai 64 anni. Cioè una tremenda riduzione della forza lavoro, causata dal costante invecchiamento della cittadinanza, connesso sia al tasso esiguo di natalità sia alle tendenze migratorie. I dati peggiori si segnalano per le aree provinciali che ci concentrano perlopiù nel Mezzogiorno, con percentuali che superano il – 10%.
Rimini, si presenta come una delle realtà che in prospettiva terrà bene il passo, perdendo relativamente poco. Il computo prevede oltre 2500 persone disponibili in età lavorativa in meno rispetto al 2022, praticamente -1,2%.
Una sì lieve ma ben augurante controtendenza in confronto alla linea generale del resto del Paese. Si segnalano anche centri urbani, si pensi a Parma, Bologna, Milano, Modena, Prato.
È un fenomeno dalla portata violenta, sebbene alquanto prevedibile. Un qualcosa che a livello nazionale inciderà, di qui a breve, sull’iter produttivo di beni e servizi. Rimini regge il confronto e affronta meglio di altri la sfida specie per la sua fascia di giovani. Non solo, anche grazie ai servizi offerti su l’intero circondario, alla dinamicità delle imprese e ai cambiamenti inseguiti e raggiunti nell’ultimo periodo.
Risultati che premiano la meticolosità prestata ai servizi che il territorio ha saputo dispensare sotto diversi punti di vista: sanitario, sociale, economico e formativo. Una crescita e un cambiamento che passano per una costante attrattività.
Un fattore che senz’altro incide e merita attenzione è la natalità. Da qui si decidono anche sorti e futuro di lavoro, benessere, strategie migratorie e culturali. Fondamentali, in tal senso, anche i sostegni ai servizi per l’infanzia come quelli per l’autonomia delle persone anziane. Requisiti di welfare essenziali alla migliore armonizzazione delle giornate e delle vite dei lavoratori.
Il destino della forza lavoro si gioca con mirati investimenti e nuove opportunità lavorative, interventi sociali e sanitari, sostenendo l’intero tessuto sociale partendo dalle fasce più fragili.
Solo uniti e compatti e avendo ben in mente l’obiettivo si riuscirà a invertire il trend negativo, proprio come sta provando a fare il territorio riminese.
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