Il marcato valutario sembra avere iniziato una aspra concorrenza tra valute concretizzatasi nell’impazienza delle Banche centrali di aumentare i tassi sulla scia delle mosse della Fed.
La forza del dollaro sta affossando la maggior parte delle valute, sostenute dagli interventi di politica monetaria restrittiva delle banche centrali.
L’ascesa dell’inflazione ai massimi degli ultimi decenni in gran parte dei paesi occidentali ha portato a forti aumenti dei costi di finanziamento. Le maggiori banche centrali che cercano di sostenere i loro tassi di cambio contro il dollaro, attraverso l’aumento dei tassi di interesse.
Per capire gli effetti concatenati delle variazioni del cambio sull’Eur/usd e le reazioni conseguenti delle altre nazioni, bisogna tenere in considerazione che sono tra le maggiori detenute come valute di riserva mondiali. Dal 1999 il tasso di cambio ha sempre favorito l’euro contro il dollaro; l’ultima volta che il mercato ha sperimentato una debolezza dell’euro come quella attuale è stata nel quarto trimestre del 2002, quasi 20 anni fa.
La politica monetaria della Federal Reserve sembra aver colto di sorpresa la maggior parte delle banche centrali dell’OCSE con la sua determinazione. Nel frattempo, anche la vicinanza europea alla guerra in Ucraina ha avuto la sua parte nella debole performance dell’euro.
Per questo le banche centrali sembrano tutte impazienti; lo dimostrano anche le decisioni storiche della Banca centrale svedese di aumentare i tassi di 100 pb nonché della Banca nazionale svizzera che li ha aumentati di 75 pb. Ciononostante, la corona svedese si è indebolita fortemente nei confronti dell’euro. Nel contempo la svizzera storicamente con tassi negativi, ha rafforzato il Franco nei confronti dell’euro fino a raggiungere nuovi massimi pluridecennali.
Mentre la volatilità sul forex è in aumento, la Banca Centrale giapponese resta ancorata alla sua politica monetaria. La BOJ su richiesta del Ministero delle Finanze, ha infatti impedito lo scivolamento dello yen giapponese sostenendolo contro il dollaro Usa. La Boj ha difeso con successo il cambio, non modificando la sua politica monetaria che risulta a oggi estremamente espansiva. Il numero di valute che iniziano a cedere sotto la continua forza del dollaro è in aumento.
A causa della diffusione dei timori per una recessione a livello globale, la domanda del dollaro USA come bene rifugio rimane elevata aumentando ancora di più la pressione ribassista sulla coppia EURUSD. L’ultima a crollare è stata la sterlina britannica imitando quasi la performance dell’euro e sfiorando la parità con il dollaro arrivando al di sotto di 1,07 GBP/USD.
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