Nel nostro paese i fondi pensione sono regolati dalla legge e sono soggetti a un severo sistema di controllo e vigilanza su iniziativa delle autorità competenti, per assicurare la loro sicurezza e affidabilità. Sono convenienti o riservano qualche insidia?
Come molti giovani e meno giovani già sapranno, in Italia il futuro della previdenza e dei trattamenti pensionistici non appare di certo roseo.
Tra requisiti contributivi ed anagrafici più severi, carriere precarie e lavori discontinui, oggi a non pochi lavoratori l’obiettivo della pensione appare lontanissimo e quasi remoto.
Per non parlare delle prospettive legate all’importo del trattamento, il quale già nei tempi odierni per la maggioranza dei pensionati si colloca al di sotto dei mille euro. I più recenti dati dell’Osservatorio Inps sulle pensioni sono infatti impietosi e fotografano una preoccupante realtà secondo la quale non soltanto due persone su tre arrivano ad un massimo di mille euro, ma addirittura una su 5 si ferma a 500 euro mensili.
Con il carovita e i timori legati all’inflazione sono sempre di più coloro che avvertono preoccupazione circa la propria futura pensione e, conseguentemente, si pongono la seguente domanda: conviene davvero puntare sui fondi pensione, per assicurarsi un domani un trattamento previdenziale più solido? Cercheremo di seguito di fare chiarezza sulla questione, onde scoprire se detti fondi possono essere considerati sicuri oppure se presentano un qualche rischio insito. I dettagli.
Onde rispondere alla domanda che ci siamo appena posti, vediamo insieme in sintesi che cosa sono i fondi pensione. Nel nostro paese questi ultimi altro non sono che strumenti finanziari pensati proprio:
In linea generale, i fondi pensione costituiscono fondi comuni di investimento, formati da contributi ad hoc da parte dei lavoratori o di un’azienda, i quali sono gestiti da società di gestione del risparmio autorizzate dalla Banca d’Italia. In altre parole, i fondi pensione costituiscono una soluzione di investimento collettivo per accantonare un capitale per il futuro e allo scopo di integrare o sostituire la pensione pubblica.
Chiaramente l’adesione ai fondi pensione è del tutto libera e volontaria e i lavoratori possono scegliere di aderire in modo autonomo o per il tramite del proprio datore di lavoro.
In Italia ci sono diversi tipi di fondi pensione – fondi pensione aperti, chiusi e negoziali – e le tre tipologie differiscono tra loro in relazione ai soggetti che li gestiscono, alle modalità di accesso dei partecipanti e alla elasticità degli investimenti in gioco.
Peculiarità dei fondi pensione è che quanto versato da chi vi partecipa è di seguito investito in distinti strumenti finanziari – pensiamo dunque ad azioni, obbligazioni e titoli di Stato. La finalità è quella di generare un rendimento a lungo termine. In particolare i rendimenti prodotti dai fondi pensione sono poi reinvestiti all’interno del fondo stesso, contribuendo a far crescere l’entità delle risorse accantonate.
Utile anche ricordare che alla data effettiva del pensionamento, i partecipanti possono ottenere il capitale accumulato:
Veniamo ora alla domanda che ci siamo posti all’inizio. Al fine di capire se i fondi pensione sono affidabili o se, invece, presentano un qualche rischio occorre tener conto del fatto che si tratta comunque di veri e propri fondi di investimento. Conseguentemente essi hanno, anzitutto, la finalità di investire denaro sui mercati finanziari globali in modo da ottenere un rendimento periodico.
Come abbiamo detto, questi fondi investono soprattutto in obbligazioni e titoli di Stato che presentano un rendimento fisso, ma non solo. Sono in gioco altresì investimenti in azioni, immobili e strumenti finanziari a maggior rischio. Ecco perché possiamo affermare, in linea generale, che i fondi pensione non possono essere considerati sicuri e protetti al 100%. Dunque anche per questo motivo, oltre che per la scarsa conoscenza di essi, non poche persone oggi non li ritengono l’ideale per una pensione complementare, che vada a supportare quella pubblica alla fine della carriera lavorativa.
Concludendo, se ci si chiede di possibili – e valide – alternativa ai fondi pensione, non possiamo non ricordare la scelta di conservare il Tfr in azienda, come spesso fatto dai giovani lavoratori. Nonostante una possibile tassazione più alta rispetto a quella sui fondi pensione, il meccanismo infatti garantisce un rendimento certo e costante, e il denaro accumulato resta sempre disponibile in ipotesi di necessità.
Concludendo, alternativamente si può anche scegliere di investire in un PAC, ovvero Piano di accumulo: da esso si può uscire e recuperare i soldi versati in ogni momento e, a differenza del fondo pensione, il PAC non è specificamente mirato all’integrazione della pensione, ma se mai a produrre un rendimento a lungo termine.
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