Tutto prevedibile, tutto immaginabile. Qualcuno potrebbe parlare di provvedimento quasi ad hoc. Super fusioni in vista per le banche italiane.
Con il concepimento del decreto Sostegni bis da parte del Governo Draghi, con l’idea di poter sostenere in qualche modo quante più dinamiche possibili in merito alla crisi conseguente a restrizioni varie e chiusure. Il post covid ha portato ad una sorta di crisi per certi versi annunciata, che ha chiaramente travolto ogni tipo di realtà economica, dal piccolo negozio alla grande banca. Tutto ruota intorno alla possibilità di accedere ad alcuni bonus fiscali dedicati alle fusioni multiple tra società.
Gli attivi fiscali differiti, da trasformare in crediti fiscali, sono il grande nodo sul quale ruota l’intera operazione. Il bonus può essere applicato e quindi condotto verso fusioni multiple avvenute in momenti diverse, a patto che queste siano deliberate dai vari consigli di amministrazione delle società coinvolte, entro il 31 dicembre 2021. Lo scenario porterebbe cosi come previsto da molti alla fusione di grandi gruppo bancari, che andrebbero subito ad approfittare della vantaggiosa situazione creatasi.
UniCredit-Mps-BancoBpm al centro dell’attenzione: movimenti in vista
Occhi puntati sul trio UniCredit-Mps-BancoBpm. Proprio questa settimana scadrà la diligence concessa in assoluta esclusiva all’Unicredit in merito al Monte dei Paschi controllato per il 64% dal Tesoro. Patrizia Grieco presidente del gruppo spiega che tutto sta procedendo nei tempi e nelle modalità utili. Nell’incertezza circa la possibilità concreta che si vada verso la concretizzazione di circa 6mila esuberi su un totale di circa 21mila dipendenti il presidente ha dichiarato quanto segue.
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“Si monitorerà e supervisionerà il cammino della soluzione strutturale avviata con l’apertura della Virtual Data Room, ribadendo nei confronti di voi tutti il massimo impegno affinché siano preservati i valori e il patrimonio di competenze della banca“. Al di la delle agevolazioni fiscali potenzialmente ricevibili esistono dinamiche molto più complesse legate allo schema delle fusioni. I prossimi giorni saranno decisivi per comprendere cosa potrebbe davvero accadere in quella precisa direzione. Tutto sembra essere pronto, deciso, segnato, ma qualcosa, dovrà cambiare per forza per non rischiare un numero assolutamente drammatico di licenziamenti.