Quali sono i casi dei controlli più frequenti e diffusi da parte del Fisco sulle persone fisiche? Non tutti lo sanno, ecco di cosa si tratta al riguardo
Si tratta di un tema estremamente importante e che sta a cuore a molti, quello inerente il Fisco e i controlli fiscali, e a tal riguardo sono in molti che potrebbero chiedersi quali possano essere alcuni dei controlli e dei casi più frequenti in tal senso: cosa sarebbe dunque verificato e controllato maggiormente dell’Agenzia delle Entrate?
Il lavoro svolto dall‘Agenzia delle Entrate è estremamente importante e riguarda diversi ambiti e casi, con una soglia di attenzione che è sempre molto alta, con un obiettivo ed una finalità così importante qual è la lotta ed il contrasto all’evasione fiscale, anche per quel che concerne le persone fisiche.
Ai fini del raggiungimento di tale scopo, gli strumenti messi in campo, i database, sono vari, così come importante risulta essere l’operato che viene svolto anche dalla Guardia di Finanza, circa i controlli e le verifiche che si pongono di volta in volta.
Non tutti sanno quali potrebbero essere, come viene spiegato nel proprio approfondimento da parte di Businessonline.it, alcuni dei controlli che verrebbero svolti con maggior frequenza per le persone fisiche e quali azioni al riguardo da parte di Agenzia delle Entrate, anche in virtù delle intese sigla con organi di verifica e Ministeri.
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È una argomento dunque di grande interesse ed estremamente rilevante, quello inerenti il Fisco e controlli fiscali che, come viene spiegato da Businessonline.it, come detto, sarebbero alcuni dei più frequenti. Proprio a tal riguardo, si legge che una tematica che desta sempre grande attenzione e di cui si parla sempre tanto è il reddito di cittadinanza, tra i più attenzionati. Andando nello specifico, nel particolare vi è il controllo e la verifica del possesso dei requisiti economici legati all’accesso alla misura di sostegno.
Si legge infatti che non mancano i tentativi di raggiro in questo senso per un nucleo familiare che, rispetto alle norme, deve essere in possesso, congiuntamente, di un ISEE in corso di validità minore di euro 9.360, un patrimonio immobiliare che non sia maggiore di euro 30 mila, ma dettagli riguardano anche la casa di abitazione, patrimonio mobiliar non maggiore di euro 6 mila per nuclei che hanno un solo componente, 8 mila euro per quelli da 2 componenti, 10 mila per tre o più componenti, incrementate di mille euro per ciascun figlio sin dal terzo.
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Allo stesso modo, un altro dei casi in cui vi sarebbero, come spiega Businessonline.it, controlli più frequenti riguarda una norma di cui altrettanto si è parlato molto, ovvero la riduzione della soglia di utilizzo del denaro contante.
Un elemento dalla grande importanza, molto rilevante per quel che concerne la lotta all’economia sommersa, che vede il limite di utilizzo del contante scendere, sin dal primo gennaio, da 2 mila a mille euro, e nello specifico 999,99. Nel caso di cifre maggiori a tale soglia, il soggetto in questione dovrà procedere al pagamento con sistemi tracciabili, quali assegni, carte di credito, bonifici e bancomat.
Businessonline.it spiega che, stando a quanto previsto dall’accordo tra il Ministero dell’Economia e Agenzia delle Entrate, i controlli e la relativa attività, considerando la perdurante emergenza epidemiologico e la crisi economica che sta riguardando diverse attività commerciali ed imprenditoriali, sarebbe sempre più nei confronti dei contribuenti ad elevata pericolosità fiscale.
E ancora, si legge, che nello specifico nei confronti di chi pone in essere fenomeni di frode, anche mediante l’uso indebito di crediti di imposta e altre agevolazioni, come quelle stabilite e previsti per poter affrontare le conseguenze legate all’emergenza covid19, come ad esempio, vengono citati da Businessonline.it, i contributi a fondo perduto.
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Tra gli elementi maggiormente controllati, si legge su Businessonline.it, vi sarebbe anche la detrazione al 110%, la misura legata alla riqualificazione energetica delle abitazioni, il cui soggetto interessato può optare per l’opzione sconto in fattura. E dunque le imprese che hanno svolto i lavoro applicano uno sconto fino al 100% del valore della fattura e il cittadino effettua il lavoro senza esborso, viene spiegato.
In tal modo, l’impresa vede riconosciuto un credito di imposta pari al 110% dell’ammontare dello sconto applicato, da impiegare in 4 quote annuali del medesimo importo. Nel caso in cui ad esempio il valore totale dei lavori sia pari a 10 mila euro e l’impresa applicasse uno sconto pari al 100% della fattura, il credito riconosciuto sarebbe di 11 mila euro, si legge.
In alternativa, è possibile sostenere il costo dei lavori e optare poi per la detrazione in compensazione ai fini di un pagamento minore delle tasse, oppure la cessione del credito di imposta a terzi.
In ogni caso ed al di là di tutto, è importante ed è bene che ciascuno agisca nel pieno rispetto della legge, approfondendo dettagli, particolari e tutti gli eventuali dubbi che si potrebbero avere anche mediante un confronto con esperti del campo e specialisti del settore, e stando attenti ad agire secondo quanto stabilito e previsto dalla legge.
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