Auto e fermo amministrativo, occhi aperti: cosa prevede la normativa aggiornata e perché fare molta attenzione.
Il fermo amministrativo è una misura con la quale chiunque potrebbe ritrovarsi a fare i conti. L’idea, ovviamente, di vedere sottoposti i propri veicoli allo stesso, tuttavia, genera timori e confusione da parte degli interessati. Laddove, infatti, siano presenti dei debiti, tale misura può essere messa in atto per ottenerne il pagamento. Cosa prevede la normativa aggiornata? Attenzione: pochi conoscono la novità, meglio tenere gli occhi aperti.
Le regole che, una volta, erano valide riguardo al fermo amministrativo hanno subito dei cambiamenti importanti. Di conseguenza, potremmo ritrovarci un veicolo sottoposto allo stesso pur essendo convinti che non vi fossero le “condizioni” affinché ciò accadesse, Ecco, allora, cosa tenere a mente a riguardo.
Fermo amministrativo, la normativa aggiornata: pochi lo sanno
Un tempo, quando l’agente di riscossione era Equitalia Spa, una direttiva intesa come atto all’interno della società prevedeva che un fermo amministrativo non potesse scattare se non in presenza di determinate condizioni. Nessun fermo per debiti sotto gli 800 euro, ad esempio e un fermo al massimo su un veicolo per quelli tra gli 800 e 2mila euro. Molteplici veicoli, invece, potevano essere sottoposti a fermi per insolvenze tra i 2mila e 10mila euro.
L’Agenzia delle Entrate Riscossione ha considerato “superato” tali regole e, di recente, l’intervento della Suprema Corte ha fornito un orientamento preciso a riguardo. Ad oggi, dunque, il fermo amministrativo può scattare indipendentemente dall’importo del debito, anche se quest’ultimo è minimo e appare modesto.
L’agente di riscossione, dunque, può servirsi di tale misura senza basarsi sull’importo, dato che l’obbiettivo è quello di recuperare le cifre dovute. Per ottenere il fermo amministrativo, dunque, lo stesso dovrà inviare una cartella esattoriale seguita da una notifica di pagamento. Quest’ultima concederà 120 giorni al debitore per pagare quanto dovuto e, laddove l’insolvenza non venisse sanata, si arriverebbe al preavviso del fermo.
Affinché quest’ultimo sia valido, quindi, se ne evince che occorrono due passaggi chiave: la notifica della cartella esattoriale e il preavviso del fermo stesso. A questo punto, occorre chiarire quando un fermo si considera “illegittimo”. Ciò può verificarsi se il fermo riguarda l’unica auto del nucleo familiare e con la quale l’interessato di resa a lavoro. O quando la vettura sia destinata al trasporto di persone disabili. Laddove avessimo ulteriori dubbi a riguardo, rivolgersi a professionisti può essere la soluzione migliore.