Attuazione di una difesa coriacea davanti al provvedimento: fermo amministrativo, le norme sono diventate troppo dure? Analisi della situazione, persino chi non ha debiti non se la passa bene.
Con il fermo amministrativo non si scherza, anche perché la legge parla chiara. Andarvi contro significa accogliere e soddisfare tutte quelle possibilità che concernono una condizione che va ripristinata al più presto. Non è aver scoperto l’acqua calda, perché il vero guaio è non rendersi conto di rientrarvi perfettamente quando meno ce lo si aspetta! Capita molto più spesso del previsto, di compiere inconsciamente degli atti che vanno al di là dei limiti e dei casi stabiliti dalla legge. Questo però non spiega come sia possibile che anche chi non ha debiti sia destinatario del provvedimento. Anche qui, è la normativa ad analizzare il caso specifico.
Secondo quanto predisposto dalla Legge italiana, il fermo ammnistrativo è quel provvedimento che subentra nel momento in cui il cittadino non ha adempiuto al suo dovere. È il caso del mancato pagamento delle cartelle esattoriali. L’aspetto più interessante, è che non si tratta di una condizione che “cade dal cielo”, ma che è la diretta conseguenza di più e più richiami di debito da parte dello Stato. Quindi, di comunicazioni ce ne sono eccome, e molti sono i contribuenti che si dimenticano, o semplicemente sono negligenti.
Ma perché anche chi non ha debiti può essere sottoposto alla misura? La diffida di pagamento è il documento inoltrato dall’ADE, cioè sigla che indica l’Agenzia delle Entrate, la quale non perde di vista nemmeno un dettaglio. Questo avviene prima di avviare l’iscrizione in quanto cartella esattoriale, ma se manca anche il sanamento di quest’ultima, ecco che si giunge al fermo amministrativo. E per chi non ha debiti? Come funziona?
Debiti o no, il fermo ammnistrativo è un osso duro: spiegazione normativa
Pochi sanno davvero cosa comporta essere sottoposti a fermo amministrativo, per questa c’è molta confusione rispetto la normativa. Nel caso di mancato pagamento del bollo auto, ecco che si può incorrere in questa condizione, e la vettura protagonista dell’illecito non può muoversi, né essere rottamata o venduta durante il periodo di blocco. Salvo che si paga una parte o la totalità della somma a cui si deve adempiere. Altrimenti? Sanzioni ancora più amare! E nel caso di chi non ha debiti?
Analizzare nello specifico un caso concreto, aiuta a rendersi conto delle conseguenze effettive. Pagare e saldare i conti, è un dovere del cittadino. È l’altra faccia della cittadinanza, se da una parte ci sono i diritti e la loro rivalsa, non ci si può esimere dalle proprie responsabilità in gioco.
Quindi, è confermato che non soddisfare queste condizioni, implica andare contro la legge. Se una vettura è in stato di fermo, perché non è stato pagato il bollo auto, e nonostante i continui richiami non si è saldata la cartella esattoriale, la conseguenza si paga.
Tra le peggiori c’è senza ombra di dubbio la possibilità di incorrere in una sanzione amministrativa la quale implica il pagamento di una somma. Questa può partire da euro 714,00 e raggiungere persino i 2.859,00 euro! Non si tratta di poca roba, ma di una spesa che al momento, molti, non possono permettersi. Come se non bastasse, ci sono dei casi in cui il versamento al quale adempiere potrebbe lievitare.
Le persone incluse potrebbero però non rientrare in una situazione di “debito”, perché direttamente non hanno ricevuto le comunicazioni. Errore del sistema? Potrebbe capitare, ma nella maggior parte dei casi si disconosce la situazione in atto in virtù di conti cointestati. Infatti, chi non ha debiti, in realtà potrebbe averne proprio per questa situazione fiscale. Di conseguenza, chi non ha debiti se ha il conto cointestato e l’altro li ha, potrebbe essere vittima di pignoramento.