L’analisi fondamentale e l’analisi tecnica possono essere combinate, ma per scongiurare errori serve avere una precisa strategia.
L’analisi fondamentale serve essenzialmente per capire la funzione degli strumenti di trading, come indici, azioni, materie prime e valute, e i fattori economici determinanti, come il PIL o i livelli di occupazione. Ad esempio, se un trader vuole scoprire l’andamento delle azioni di una compagnia aerea, deve valutare una serie di dati, come il prezzo del petrolio e lo stato del turismo.

L’analisi tecnica, invece, studia l’andamento dei prezzi tramite i grafici, che fotografano l’oscillazione dei prezzi nel lasso di tempo considerato. Tramite questo movimento, si prevede lo sviluppo del trend.
Entrambe le analisi possono apportare dei benefici, se effettuate correttamente. Entrambe possono contribuire (seppur in maniera differente) al raggiungimento degli obiettivi e, quindi, non è possibile stabilire quale sia la migliore. Attenzione, però, perché l’integrazione dei due approcci potrebbe portare dei rischi per gli investitori, con soluzioni inconcludenti.
Analisi fondamentale e tecnica: quali sono i pericoli di un approccio integrato?
Il primo pericolo di un approccio condiviso di analisi fondamentale e analisi tecnica è il conflitto di segnali operativi. Il timing, ossia gli orizzonti temporali, delle due analisi sono differenti. Quella tecnica può servire sia per il breve sia per il medio e lungo termine e, quindi, si potrebbero comprare e vendere azioni anche nello stesso giorno. L’analisi fondamentale, invece, è adatta solo per il lungo termine, per comprare azioni e tenerle per un bel po’ di tempo.

L’utilizzo sinergico di entrambe le visioni potrebbe portare a una dissonanza decisionale. Ad esempio, per un’azione sopravvalutata con trend rialzista, l’analisi tecnica potrebbe spingere a comprare, mentre quella fondamentale a vendere. Il pericolo è l’acquisto a un prezzo eccessivo.
Un altro problema dell’uso combinato delle due analisi è il sovraccarico informativo e la paralisi decisionale. Se non si organizzano correttamente, potrebbero derivarne:
- dati contrastanti, che non consentono di capire quale sia il segnale dominante;
- impulso a forzare le relazioni tra indicatori non omogenei;
- doppia esposizione agli errori di metodo, ossia la cattiva gestione dei dati fondamentali e i falsi segnali tecnici.
L’ultimo pericolo è l’assenza di una coerenza strategica, che potrebbe determinare l’impossibilità di riconoscere i pattern di mercato. Potrebbero, dunque, esserci perdite se gli investitori non sono in grado di riconoscere i dati di inversione o continuazione dei trend.
I consigli per usare le due tecniche correttamente
Per ridurre i rischi di un’erronea sinergia tra analisi tecnica e analisi fondamentale, è essenziale capire quali sono le proprie necessità di investimento a seconda dell’orizzonte temporale. Per una corretta funzionalità, l’analisi fondamentale potrebbe essere usata per selezionare gli asset, mentre quella tecnica l’orizzonte temporale.
Servirebbe avere una maggiore cura per scoprire eventuali dati contrastanti e, infine, incrociare solo gli indicatori correlati (come il volume degli scambi e il momentum). In conclusione, è necessario conoscere per bene entrambi gli approcci, perché la mancanza di formazione tecnica-finanziaria rischierebbe di causare errori irrimediabili.