L’ex rettore della Bocconi, Guido Tabellini, esperto di scienze economiche, crede che dal prossimo anno l’Ue entrerà in recessione. Ecco le sue spiegazioni.
La recessione sembra inevitabile per l’Europa, il 2023 si preannuncia ricco di sfide e il segno avverso della politica monetaria della BCE non renderà facile superarle.
La congiuntura economica italiana sembra per il momento andare meglio del previsto. L’aspettativa è comunque uno sconto degli effetti economici del prezzo dell’energia su consumatori e imprese. Sul fronte macro, negli Usa il dato più importante sarà, martedì, l’indice Ism servizi di cui si attende un forte calo. L’evento più importante di questa settimana sul calendario macroeconomico per l’Ue è invece giovedì con la riunione della Bce.
Alla luce dei dati recenti l’inflazione nell’Eurozona di agosto è 9,1%; per questo l’aspettativa dell’intervento della BCE è per un rialzo dei tasi di 75 punti base.
Gli operatori cercheranno dalle parole di Christine Lagarde segnali anticipatori di un possibile rallentamento della crescita nei prossimi mesi. L’attenzione verrà posta sulle indicazioni della BCE rispetto a quelle che potrebbero essere le tempistiche del nuovo tema operativo dei prossimi mesi. Mentre Mosca usa il gas come arma bianca contro l’Europa, in particolare l’Italia necessità con urgenza di rigassificatori.
Ieri si è tenuta come da programma la riunione dell’Opec+ nella quale i produttori hanno deciso per una piccola modifica al ribasso sulla produzione e quindi sull’offerta per il mese di ottobre. I produttori di petrolio ridurranno la produzione di 100.000 barili al giorno che corrispondono a solo lo 0,1% della domanda globale. La prossima riunione che si terrà il 5 ottobre con uno scenario internazionale invariato non dovrebbe rivelare sorprese.
Dato lo scenario nel suo complesso Secondo il Professor Tabellini In Europa a partire dai prossimi mesi data l’attuale congiuntura e gli errori che hanno spinto la corsa dei prezzi fino a ora, è molto probabile l’ingresso definitivo degli Usa in recessione. Questo dovrebbe avvenire nella seconda metà del 2023; per l’Europa invece secondo l’esperto la recessione si sconterà già dall’inizio del prossimo anno.
Senza scendere in particolari tecnici per ridurre l’inflazione bisogna far scendere i consumi. Per ottenere questo ci sono due strade; attendere gli effetti dell’aumento dei tassi o agire direttamente sulla dinamica di domanda offerta dell’energia. In questo secondo caso è possibile aumentare i prezzi o effettuare un razionamento.
Sembra che ci si avvii verso un insieme delle due soluzioni; l’Ue vivrà una stagione particolare tra controllo dei prezzi e riduzione delle quantità fornite ai consumatori. L’aspettativa positiva è che si possa tornare in qualche mese a una situazione più equilibrata e accettabile nei prezzi di mercato. L’efficacia del piano è importante perché diversamente si rischia che i picchi dei prezzi del gas provochino danni gravi e strutturali al sistema industriale.
Sarà difficile conciliare tutto questo con un buon andamento dell’economia; il rischio è anche sfruttare eccessivamente il bilancio pubblico e aumentare ancora il deficit. Un rialzo prolungato dello spread sarebbe per Paesi come l’Italia una vera sciagura. L’Europa e i Paesi più indebitati si muovono quindi tra il rischio di una crisi economica per la riduzione dei consumi, l’erosione del potere d’acquisto dell’inflazione e una crisi del debito.
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