Sono miliardi di euro di investimenti che fondano un passaggio fondamentale per il piano europeo di indipendenza nella produzione di semiconduttori.
L’Ue sarà in grado nei prossimi anni di acquisire la capacità di produrre microchip utili a tutti i tipi di dispositivi elettronici comprese le auto elettriche.
Gli investimenti entro i prossimi otto anni arriveranno a 43 miliardi di dollari. L’Unione punta a cambiare il paradigma industriale, favorendo la ricerca e l’innovazione nel settore e diventando più indipendente sulla catena di approvvigionamento.
Il Chips Act europeo cambierà le regole del gioco per la competitività globale del mercato unico europeo. La protagonista in Italia è per ora la Sicilia. L’industria sull’isola aumenterà la nostra resilienza alle crisi future, consentendoci di anticipare ed evitare interruzioni della catena di approvvigionamento.
Fabbrica di semiconduttori in Sicilia; a disposizione un fondo pari a 292,5 milioni di euro
La Commissione europea ha infatti messo a disposizione aiuti pari a 292,5 milioni di euro, erogati tramite il Piano di ripresa e resilienza a favore di STMicroelectronics, una società franco italiana. Questa con un investimento complessivo di 730 milioni di euro, avvierà la costruzione di un nuovo stabilimento di semiconduttori a Catania.
Lo stabilimento siciliano che sarà ultimato nel 2026, dovrebbe essere in grado di produrre l’intera catena del valore del substrato di carburo di silicio, alla base dei semiconduttori. La svolta sui semiconduttori è importante per superare la dipendenza da Cina e Taiwan. È stata voluta dalla commissione europea con il fine di raggiungere una quota del mercato globale, passando dal 9 al 20% entro il 2030. Per raggiungere l’obbiettivo più velocemente si mobilitano miliardi di investimenti per lo sviluppo e la produzione di massa di chip di nuova generazione.