20 anni dopo l’introduzione dell’Euro, come sono cambiati i prezzi in Italia, quali sono i beni che costano di più, quali i cambiamenti per le famiglie?
Quali sono i cambiamenti in termini di costi di beni e servizi che si sono registrati dal 2001 al 2021 in Italia in seguito all’introduzione dell’Euro? Dopo vent’anni ecco quali sono state le variazioni per gli italiani con un occhio al portafoglio, con l’indagine realizzata da Altroconsumo.
Sono vent’anni che nelle vite degli italiani – e non solo – si è fatto spazio l’Euro, la moneta di cui tanto si parla; ma com’erano i prezzi anni or sono, quando un caffè al bar, si legge su Today in merito all’indagine, costava in media 0.46 euro, o quando pizza più bibita avevano un costo di 5.5 euro?
Ad esser state indagate sono state quattro categorie, ovvero prodotti durevoli (14 voci), alimentari (nove), trasporti (tre) e servizi (tre). Si pensi ad esempio al biglietto dell’autobus che nel 2001 aveva un costo di 1.500 lire, 77 centesimi.
Oggi, rispettivamente ai prodotti indicati, il caffè costa più di un euro, 9,66 per andare in pizzeria in media, 1.50 il biglietto in media in alcune città. Ad essere cresciuti sono anche i prezzi dei frigoriferi e dei ferri da stiro con caldaia, ma anche del pane, senza dimenticare l’energia elettrica e i carburanti. Tuttavia, si registrano anche dei cali, come quello della passata di pomodoro, dei forni a microonde e della spesa al supermercato.
Euro e Italia, 20 anni dopo: l’indagine di Altroconsumo
Interessante indagine quella operata da Altroconsumo che, come detto, scatta una foto della situazione dell’Italia, rispetto all’ambito dei prezzi, vent’anni dopo l’arrivo dell’euro, andando ad approfondire proprio l’evoluzione dei prezzi che c’è stata sin dal 2001, facendo i conti in tasca alle famiglie.
L’analisi in questione contiene al suo interno anche il cambiamento della società e delle abitudini dei consumatori; in base ai dati Istat di metà novembre, spiega Today.it, vi è stato un forte aumento dell’inflazione, mai così ampio dal 2012, che ha comportato un calo del valore del denaro e del potere d’acquisto delle famiglie.
Lo studio in questione ne tiene conto ed è finalizzato a comprendere quanto, i suddetti cambiamenti, influiscano ed abbiano influito sulle spese, come detto ponendo l’accento su quattro categorie come beni durevoli, trasporti, spesa, servizi, tempo libero.
In generale, rispetto agli ultimi 20 anni, i prezzi hanno fatto registrare un aumento complessivo del 33,4%, in relazione ad un tasso di inflazione annuo del 3.8%, in base a Istat. Una crescita meno forte negli ultimi anni; si pensi al periodo che va tra il 2019 e il 2020, con i prezzi calati del 0,1%, o nel biennio 2019-2021, con una crescita dello 0,27%.
Andando nello specifico di alcuni numeri, si pensi che il costo della tazzina di caffè al bar, si legge su lettoquotidiano.it, è aumento del 124%, mentre il pane fresco dell’82%, così come a portare una spesa maggiore è l’uscita con pizza e bibita, in media il 76% in più.
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Spesa media cresciuta del 173% per gas, o del 126% per i biglietti bus e metro in alcune città, così come benzina con +75% in media e gasolio, +87%. Come detto, vi sono anche alcuni prezzi però diminuiti, si pensi al prezzo medio del computer che porta un -48%, forni a microonde con un -51% o delle macchine da caffè espresso e lavatrici.
Rispetto agli alimentari, eccezion fatta per il pane, quasi tutti hanno tenuto un prezzo sotto l’inflazione, La foto scattata mostra, si legge, un quadro variabile ma non drammatico, con alcuni picchi ma con il prezzo di due terzi dei beni che è salito meno dell’inflazione.