È stato quotato un nuovo EFT sulla difesa, che si aggiunge a quelli già attivi. Quali opportunità offrono in questo momento storico?
La notizia del riarmo europeo (che costerà circa 800 miliardi di euro) ha smosso anche il settore finanziario e, in particolare, quello del risparmio. WisdomTree, il famoso provider di ETF, ha deciso di quotare sulle piazze italiana, tedesca e inglese il primo fondo che investirà solo nelle aziende europee del settore della difesa.

Nonostante siano tuttora radicate le avversità verso l’industria militare, questo settore può assicurare notevoli vantaggi in tempi di difficoltà economiche e geopolitiche. Scopriamo quali sono i migliori ETF sulla difesa e vediamo le ragioni per le quali converrebbe o meno scommettere su tali fondi.
Nuovo ETF lanciato da WisdomTree: ecco cosa lo rende unico nel settore
Il nuovo ETF è lo Europe Defence Ucits Etf (Wdef), con codice ISIN IE0002Y8CX98. L’indice è formato da 20 società quotate europee che producono equipaggiamenti e attrezzature per la difesa, l’elettronica e i sistemi spaziali; ma, a differenza di altri prodotti simili, respinge le aziende fabbricanti di armi vietate dal diritto internazionale (come mine antiuomo, armi biologiche, munizioni a grappolo).

Guardando le partecipazioni nel dettaglio, il 18% è detenuto dalla tedesca Rheinmetall, il 15% da Leonardo, il 10,4% da Saab, il 9,9% da BAE Systems e il 9,2% da Thales. Il fondo in oggetto è un EFT ad accumulazione con un rapporto prezzo/utili dell’indice di 38,5, ma quello atteso è di 28,7. Il rendimento da dividendo atteso è pari allo 0,86%.
4 ETF del comparto difesa su cui puntare: le caratteristiche
Come abbiamo accennato, sono disponibili anche altri ETF specifici nel settore della difesa, che permettono agli investitori di capitalizzare in un ambito destinato a espandersi. È opportuno conoscere tutte le loro caratteristiche:
- VanEck Defense UCITS ETF: replica l’indice MarketVector Global Defense Industry. L’indice di spesa complessiva (TER) è dello 0,55% annuo. Rappresenta un ETF di dimensioni notevoli, con un patrimonio di 2.979 milioni di euro;
- HANetf Future of Defence UCITS ETF: replica l’indice EQM Future of Defence. L’indice di spesa complessiva (TER) è pari allo 0,49% annuo. È un ETF di dimensioni molto grandi, con un patrimonio di 1.449 milioni di euro;
- iShares Global Aerospace & Defence UCITS ETF: replica l’indice S&P Developed BMI Select Aerospace & Defense 35/20 Capped. Ha un indice di spesa complessiva (TER) dello 0,35% e gestisce un patrimonio di 320 milioni di euro;
- Invesco Defence Innovation: replica l’indice S&P Kensho Global Future Defense. L’indice di spesa complessiva (TER) è pari allo 0,35% annuo e rappresenta un ETF di dimensioni molto piccole, con un patrimonio di 13 milioni di euro.
Investire in ETF sulla difesa: pro e contro
Gli ETF sulla difesa sono convenienti nei momenti di forti tensioni geopolitiche. Permettono, inoltre, di puntare su settori ritenuti “forti” anche nei periodi di calo del mercato, come l’aerospazio, la cybersicurezza e le tecnologie di difesa. Poiché gli Stati tengono le spese per la difesa costanti, benché l’economia dovesse rallentare, i titoli di questo comparto assicurerebbero sempre una fonte di reddito. Ma il settore della difesa è impegnato anche nello studio di tecnologie innovative, in ambiti, come quello dell’Intelligenza Artificiale, che sono destinati a crescere nel tempo e ad assicurare notevoli rendimenti.
Oltre ai vantaggi, gli ETF sulla difesa presentano dei rischi. Innanzitutto, non c’è una piena diversificazione, perché i risparmi vengono investiti su un unico settore economico. Questa caratteristica incrementa la volatilità del portafoglio. Le spese per la difesa, inoltre, sono maggiori nei periodi in cui persiste una concreta minaccia di guerra, ma sono decisamente inferiori nei momenti di pace. Gli ETF sulla difesa prevedono spesso delle commissioni più care rispetto ai fondi indicizzati del mercato e, infine, non sono in linea con i valori ESG.