Come sfruttare il dramma dei dazi e trasformarlo in un guadagno reale con i propri investimenti: basta trovare gli ETF giusti
Le tensioni commerciali tra Stati Uniti e le altre potenze economiche hanno creato un clim di terrore sui mercati. L’idea di una recessione statunitense si fa sempre più concreta e vicina e anche gli stessi analisti hanno paura di come si evolverà la situazione nelle prossime settimane.

Tutto ciò che abbiamo temuto già da fine 2024 adesso si sta concretizzando e la scena finanziaria è più in certa che mai. In situazioni come queste, che per quanto riguarda Wall street non venivano registrate dal 2022, anche per i trader più esperti risulta difficile comprendere quale sarà la strategia salvifica per il proprio capitale.
Purtroppo sappiamo bene che tutti coloro che parlano e fanno informazione come detentori della verità, in realtà sono sempre i primi a sbagliare. In contesti così instabili è difficile anche per gli analisti stessi fare delle previsioni nel lungo termine, e nel breve potrebbe cambiare tutto da un momento all’altro.
Non abbiamo la sfera magica per comprendere il futuro, ma possiamo darvi qualche suggerimento sugli ETF che potranno essere sfruttati dal momento in cui la guerra dei dazi sta completamente cambiando gli assetti geopolitici globali. Mentre alcuni vedono solo rischi e instabilità, altri individuano opportunità per capitalizzare sui cambiamenti del commercio globale. Vediamo come.
Quali ETF scegliere per trarre vantaggio dalla guerra dei dazi?
Le guerre dei dazi non sono una novità. Ogni volta che un Paese impone tariffe su beni esteri, si generano effetti a catena che modificano di riflesso tutto il panorama economico. Alcuni settori iniziano a soffrire più degli altri, mentre a loro volta, altri ancora, prosperano, e proprio in questo contesto entrano in gioco gli ETF (Exchange Traded Fund), strumenti che permettono di investire su interi comparti senza dover acquistare singole azioni.

Si tratta di pacchetti già preconfezionati che avvantaggiano i trader in periodi di incertezza. Se le tensioni dovessero aumentare, gli investitori potrebbero spostarsi su ETF specifici che beneficiano delle politiche protezionistiche, ma in che modo? Vediamo quali sono gli ETF più interessanti da monitorare in questa fase e come funzionano.
1. ETF su piccole e medie imprese statunitensi
Le multinazionali, con filiere produttive sparse in tutto il mondo, sono tra le prime vittime delle guerre commerciali, e non è poi difficile intendere il perché: i loro costi aumentano con l’imposizione di dazi sulle importazioni e dovendo sottostare alle regole commerciali dei vari paesi, è chiaro che sono le più svantaggiate. Al contrario, le piccole e medie imprese statunitensi possono risultare avvantaggiate: avendo una minore esposizione ai mercati internazionali, subiscono meno gli effetti negativi delle tariffe.
Gli ETF che replicano indici come il Russell 2000, che raccoglie società a piccola e media capitalizzazione, hanno già registrato un aumento dell’interesse, poiché gli investitori puntano su un possibile rafforzamento dell’economia interna. Un esempio pratico? Durante le elezioni presidenziali statunitensi, questi ETF hanno visto una forte crescita, anticipando le possibili politiche protezionistiche.
Se il governo aumenta le tariffe sulle importazioni, le PMI americane potrebbero guadagnare quote di mercato rispetto ai prodotti esteri, con un impatto positivo su questi ETF, ma solo per quanto riguarda le aziende che hanno produzioni interne e che non importano dall’estero.
2. ETF settoriali: materie prime e risorse industriali
Un altro settore da monitorare è quello delle materie prime e metalli industriali. Quando vengono introdotti dazi su alcuni prodotti, i prezzi interni di quelle materie possono aumentare, spingendo le aziende locali a produrre di più per soddisfare la domanda interna. L’ETF sul rame, ad esempio, è uno strumento interessante perché il metallo è fondamentale per diversi settori, dall’edilizia all’espansione tecnologica, la sua domanda al momento sarà sempre più alta.

3. ETF sui mercati emergenti: Messico e Canada in prima fila
Quando gli Stati Uniti impongono dazi su un determinato Paese, altre nazioni potrebbero trarne vantaggio. Se, ad esempio, Washington aumenta le tariffe sui prodotti cinesi, gli investitori potrebbero spostarsi su ETF legati ai mercati emergenti, in particolare su economie come il Messico e il Canada. È sempre bene valutare mercati alternativi sui quali investire, in base alle dichiarazioni politiche e commerciali. Se ad esempio le tensioni commerciali tra USA e Cina aumentano, gli ETF su mercati emergenti alternativi potrebbero beneficiarne.
4. ETF globali
Infine, esistono ETF che offrono esposizione ai mercati globali, investendo in aziende con una forte presenza internazionale. Questi strumenti sono particolarmente interessanti perché permettono di diversificare ben bene il rischio e di approfittare delle fluttuazioni valutarie.
Per chi vuole sfruttare questa fase di mercato, la chiave è monitorare attentamente le notizie economiche e le decisioni politiche, adattando le proprie strategie di investimento in tempo reale.