Gli ETF italiani più recenti presentano numerose differenze rispetto a quelli più datati. Non tutti i trader sono a conoscenza di questo fatto.
Non tutti gli investitori lo sanno ma gli ETF italiani più recenti si differenziano profondamente da quelli che esistono ormai da anni, sia per quanto riguarda la struttura tecnica sia in termini di strategie di investimento. Sono numerosi i dettagli tecnici che sfuggono al trader medio ma conoscere le differenze tra i due prodotti può rivelarsi particolarmente utile, visto che si possono sfruttare in modo diverso, a seconda di come si vuole investire. Ma adesso proviamo a dare un’occhiata alle principali divergenze tra ETF recenti e datati, partendo dal fatto che i primi spesso offrono una maggiore diversificazione e specializzazione (basta pensare, ad esempio, agli ETF tematici).

Questi si concentrano su settori specifici, come l’energia rinnovabile, l’intelligenza artificiale oppure la sostenibilità ambientale. Parliamo di fondi che offrono opportunità d’investimento più mirate rispetto ai tradizionali ETF azionari od obbligazionari. Senza dimenticare che alcuni ETF più recenti sfruttano metodi di replicazione sintetici: il Lyxor FTS MIB UCITS ETF impiega contratti swap per replicare l’indice. Cosa comporta? Una riduzione sostanziale dei costi di gestione e al contempo un aumento del rischio di controparte, spesso mitigato da garanzie aggiuntive. Comunque non è finita qui, sono ancora numerose le differenze, esploriamole insieme.
ETF italiani, che cambia tra i più recenti e i più datati? Cosa c’è da sapere
Abbiamo visto, nei paragrafi precedenti, come tra gli ETF italiani recenti e datati ci siano differenze sia sui metodi di replicazione, sia sulla diversificazione e la specializzazione. Ma è interessante osservare come tra i due cambino anche le tecnologie e le piattaforme di investimento. Gli ETF più recenti, ad esempio, sono spesso supportati da piattaforme digitali che facilitano l’accesso agli investimenti per i nuovi investitori. Un dettaglio non da poco che ha aumentato la popolarità degli ETF tra le nuove generazioni, queste preferiscono infatti strumenti di investimento facilmente accessibili online. Ma non solo perché molti ETF recenti incorporano criteri ESG (Environmental, Social, Governance).

Tutti quegli investitori che desiderano allineare i propri investimenti con obiettivi di sostenibilità ambientale e sociale propenderanno per questo tipo di prodotto. Così come chi cerca TER (Total Expense Ratio) più bassi, questi scaturiscono dall’efficienza operativa e dalla concorrenza nel settore. Un esempio illuminante in questo senso è il Xtrackers FTSE MIB UCITS ETF, caratterizzato da un TER dello 0,30 per cento, uno dei più bassi disponibili per gli ETF sul mercato italiano – e non è poco.
Infine, un’altra differenza sostanziale tra ETF recenti e datati è che i primi possono beneficiare di una scalabilità e di una liquidità maggiore, per via della sempre crescente popolarità degli ETF. Cosa cambia per un trader? Si possono in questo modo ridurre i costi di acquisto e di vendita. Insomma, questa analisi ci insegna come sia importante valutare con attenzione costi e rischi associati a ogni strumento di investimento.