Guadagnare fette di mercato proficue con gli ETF semiconduttori e quelli tecnologici è la via giusta, ma capire le differenze permettere di comprendere quale “strada” fa al caso proprio.
Non ci si perde in chiacchiere, ma si analizzano i dettagli dei migliori ETF e non possono non figurare quelli di semiconduttori e e quelli tecnologici, con le loro dovute differenze. Appunto, imparare questi elementi permette di comprendere al meglio come conviene investire per i singoli. Se ne valutano caratteristiche, possibilità e modalità di guadagno, e tutti i rischi che ne conseguono.

In primis, è necessario analizzare il contesto, cioè il settore d’investimento che è quello della digitalizzazione e High-Tech, cioè il più proficuo del momento. Tra i migliori esempi in gioco non si possono citare, per il settore specifico dei semiconduttori VanEck Semiconductor UCITS ETF e l’iShares MSCI Global Semiconductors UCITS ETF. Questi offrono una grossa possibilità di crescita economica, poiché sono il fulcro delle nuove tecnologie, ma sono monopolio di poche società.
Quindi, investirci può essere davvero una fonte di guadagno, è il primo in Europa, e si tratta di società che conquistano un buon 50% dal settore. Inoltre, sono tassativamente esclusi settori che includono combustibili fossili, sabbie bituminose, energia nucleare, armi da fuoco civili, attrezzature militari e tabacco. Tra i rischi? L’alta liquidità.
Mentre gli ETF di tecnologia sono meno specificatamente diretti alla digitalizzazione, quanto invece al settore tecnologico puro. Infatti, si parla di hardware, software, e servizi informatici e delle telecomunicazioni. Già da qui le prime differenza. Esempi validi sono il SPDR Technology Select Sector Fund e il Vanguard Information Technology ETF. Tra il 2009 e il 2021 c’è stata un crescita esponenziale del 650%! E solo per due anni una fase meno vantaggiosa.
Nonostante qualche perdita di quest’ultimo, i flussi sono costanti, e gli investitori continuano a non cedere questi ETF, poiché si rivelano abbastanza proficui. Inoltre, sono quelli che guardano maggiormente al futuro investendo nelle tecnologie di prossima generazione.
Fin qui le differenze sono molte, ma ancora non si può definire quale sia migliore. Si prosegue con l’analisi successiva.
Differenze tra ETF semiconduttori e tecnologici: metodologia e rischi
Di contro, anche la composizione del portafoglio è diversa. Nei primi, i semiconduttori, il portafoglio è più concentrato su aziende come Intel, Nvidia e TSMC, quindi specifiche del settore. Mentre i secondi ne presentano uno più “diversificato”, che include più aziende leader. Apple, Microsoft e Alphabet, cioè Google, includendo comunque anche quelle che operano nei semiconduttori.

Fatte e analisi in questione, quali tra gli ETF semiconduttori e tecnologici sono migliori? Ci sono ancora altre differenze da analizzare per capire quali dei due sia più funzionale. Infatti, l’aspetto della metodologia non è da sottovalutare, e con esso anche quello legato ai reali rischi e alle opportunità in gioco.
Nella metodologia gli ETF di semiconduttori spesso hanno dalla loro indici specifici del settore, da citare il PHLX SOX Semiconductor Sector Index o il MVIS US Listed Semiconductor 10% Capped Index. È un settore che in leggera crisi in Italia, sta vedendo però una vera ripresa, infatti gli analisti sono sempre più ottimisti. Quanto sono vantaggiosi? Dipende dalla composizione del proprio portafoglio! Alta volatilità e rischio di concentrazione settoriale sono i peggiori elementi, però i vantaggi non sono da sottovalutare.
È pur sempre un settore cardine a livello globale, infatti nonostante ci siano poche risorse per la creazione dei microchip, la stessa pandemia ne ha comunque aumentato la domanda. Quindi, sono elementi molto richiesti e sono destinati ad incrementare!
Mentre gli ETF tecnologici presentano indici maggiori, più “ampi”, da citare il MSCI World Information Technology o il S&P 500 Information Technology Sector Index. In questo caso l’esposizione è meno totale, come invece lo è per quelli dei semiconduttori. Perché includono aziende varie dell’ambito tecnologico, meno specifiche. L’esposizione gira attorno al 21%.
Quali ETF scegliere se si osservare il mercato mondiale attuale? Solo risposte pratiche
Si è constatato che si hanno due elementi tra loro simili per alcuni aspetti, ma negli effetti d’estensione totalmente differenti. Perché per quanto il settore High-Tech della digitalizzazione e quello tecnologico di ultima generazione possano sembrare la stessa cosa, in realtà non è così. Questo è il principale errore nel quale un “profano” o “poco informato” trader, potrebbe ricadere. Conclusione e analisi degli ultimi dettagli per decidere quali impiegare.

Dopo averne valutato caratteristiche, ETF più potenti, modalità di gestione e la stessa composizione del portafoglio è bene evidenziare l’importanza dei possibili rischi, che in parte abbiamo accennato. Data la volatilità e la varietà del settore, riguardante tutto il globo, non bisogna però ancorarsi ai dati, ma usarli come elementi per interpretare meglio i fatti, e scegliere con più consapevolezza i propri investimenti.
I rischi degli ETF semiconduttori sono “diretti” ai trend di crescita, ma sono meno influenzabili rispetto alle fluttuazioni di mercato. Quelli tecnologici, essendo più diversificati, riducono i rischi in questo senso. Quali dei due scegliere? Entrambi ottimi, bisogna però partire da una domanda di partenza: quale settore sembra più appetibile su un’analisi di lungo periodo?
Sono validi, ma con rischi ed estensioni differenti. Se i primi sono più settoriali, ma più vincenti al momento, i secondi sono così vari che le occasioni di ripresa, davanti le possibili perdite, sono più che possibili.