Presto verrà creata una nuova piattaforma ETF, che raggrupperà tutti i fondi disponibili in Euronext. I pro e i contro del progetto.
In un contesto di profonda incertezza come quello attuale, gli ETF (Exchange Traded Fund) sono diventati uno dei principali prodotti di investimento. Anche tali fondi, tuttavia, sono destinati a mutare, soprattutto nel mercato europeo.

Euronext, infatti, ha comunicato il lancio di una piattaforma unica per gli ETF, all’interno del proprio sistema. Gli investitori potranno accedere a tutti i prodotti disponibili tramite un solo codice ISIN. Questo processo sarebbe necessario perché, secondo i dati ufficiali, in Europa sarebbero ben 11.925 gli ETF quotati (quattro volte in più rispetto agli USA), con il coinvolgimento di circa 2.400 miliardi di dollari.
La semplificazione aiuterebbe la gestione di tali fondi, visto che la presenza di una vasta gamma di piattaforme non giova né agli investitori né agli emittenti. Ma quali sarebbero i reali vantaggi del sistema unico e in che modo cambierebbe il mondo degli ETF in Italia e in Europa?
Boom di ETF in Italia: ecco i benefici della piattaforma unica
Nel contesto europeo, è l’Italia a detenere il record di ETF quotati, con 2.037 prodotti. Seguono i Paesi Bassi (655) e la Francia (719). In base a quanto stabilito dal piano “Innovate for Growth 2027” di Euronext, il lancio della piattaforma universale europea degli ETF favorirebbe la creazione di un mercato più incisivo e la crescita di tutte le nazioni coinvolte (finora frenata dalle barriere dei vari mercati nazionali).

In particolare, tra i principali benefici per gli investitori, ci sarebbero: maggiore liquidità ed efficienza di prezzo, minori tariffe di transazione e incremento della trasparenza nella gestione dei fondi. Per verificare la sussistenza di tutti i requisiti necessari per la perfetta riuscita dell’operazione, la Consob italiana ha inviato dei propri ispettori a Piazza Affari (sede della Borsa Italiana) e ha esortato la Banca d’Italia a fare lo stesso presso gli uffici di Euronext Securities.
Lo scopo degli accertamenti è avere la sicurezza sull’autonomia gestionale dell’Italia all’interno di Euronext, come dichiarato dal Testo Unico della Finanza.
Creazione della piattaforma unica di ETF: il pericolo nascosto
C’è, tuttavia, un rischio insito nel nuovo sistema unificato: i costi di quotazione. Nel dettaglio, gli emittenti sarebbero costretti a pagare le spese di vigilanza a una sola authority e non più a tutte quelle degli Stati in cui avvengono le quotazioni.
In Italia, però, la Consob ha stabilito un prezzo di 3.555 euro per ciascun fondo quotato e di 270 euro per ogni aggiornamento di prospetto informativo. Molti emittenti potrebbero decidere di ripiegare sui Paesi Bassi dove, invece, non sono previsti contributi di vigilanza. In tal caso, il nostro Paese subirebbe una pesante perdita.